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“Sono viva per miracolo”
Parla Silvia Borioni, medico investito
in via Martiri

ANCONA - "Senza l'equipe di medicina d'urgenza del dottor Salvi non ce l'avrei fatta. A tutti loro devo dire grazie". La dottoressa travolta da un'auto l'11 gennaio ripercorre i drammatici momenti dell'incidente. Ricoverata all'ospedale regionale, la lenta ripresa fisica e psicologica è resa meno dura dalla professionalità e dalla sensibilità del personale dell'Umberto I.

Ospedali Riuniti Ancona

di Agnese Carnevali

«Senza di loro non sarei riuscita a sopportare in alcuni momenti il dolore, né avrei trovato la forza per reagire subito a questa difficile situazione. A tutti loro voglio dire grazie». A parlare è Silvia Borioni, medico investito da un’auto ormai quasi 15 giorni fa in via Martiri della Resistenza ad Ancona. Il suo ringraziamento è tutto per il personale dell’Umberto I di Torrette ed in particolare per quello di Medicina d’urgenza. Nel reparto diretto da Aldo Salvi Silvia Borioni è stata ricoverata dall’11 gennario, giorno dell’incidente, fino allo scorso lunedì 23 gennaio, quando è stata trasferita ad Ortopedia, in attesa degli interventi alla caviglia per una frattura interna al malleolo ed alla clavicola. L’operazione oggi mercoledì 25.

Intanto la dottoressa ripercorre le giornate trascorse all’interno dell’ospedale ed esprime la sua gratitudine a quanti l’hanno aiutata. «Non è scontato trovare persone tanto brave e sensibili – riprende – non parlo di alcune in particolare, ma di tutto lo staff. E’ qualcosa che va al di là della professionalità, che pure è altissima sia per quanto riguarda i medici sia gli infermieri. Mi sono sentita non solo curata, ma sostenuta, coccolata. Un’umanità rara e preziosa. Erano lì quando non riuscivo a sopportare il dolore delle numerose fratture. Lì quando non riuscivo a dormire la notte. Mia hanno aiutata a superare i momenti più duri. Una vicinanza ed una presenza – prosegue ancora – che non sono mai stati di commiserazione bensì di incoraggiamento e di esortazione a tenere duro. Hanno saputo consolarmi ed infondermi forza. E’ stato un maternage. E per questo non smetterò mai di ringraziare tutto il personale del reparto e dell’ospedale».

Di quel giorno, il tardo pomeriggio dell’11 gennaio scorso, quando una Ford Fiesta l’ha investita all’altezza del civico 43 di via Martiri della Resistenza, la dottoressa Borioni, psichiatra e medico di medicina generale, non ricorda nulla. «Ho un vuoto dal momento in cui mi trovavo in strada a quando mi sono risvegliata in ospedale – racconta -. Ho alcune immagini che riaffiorano, qualcuno che mi taglia i vestiti, qualcun altro che mi rasa la testa. Poi la voce del mio compagno che mi sussurra “va tutto bene”. Nient’altro». La dottoressa stava attraversando la strada quando è stata centrata dalla vettura. «Penso che il conducente non mi abbia visto, forse era distratto, non saprei. Io mi stavo muovendo piano. Mi ha presa in pieno. L’auto era distrutta, il parabrezza sfondato».

Oltre all’operazione alla caviglia ed alla clavicola, si sta riassorbendo l’ematoma alla testa. Ci vorrà ancora qualche tempo, almeno un mese perché Silvia Borioni possa stare in piedi. Oltre al piede sinistro ha il ginocchio destro un po’ malconcio con la frattura dei legamenti. Ma l’umore è alto. «Merito dei miei familiari e soprattutto di mio figlio, ma anche delle persone speciali che ho incontrato in questo ospedale. Sono stata fortunata, per la dinamica dell’incidente le mie condizioni avrebbero potuto essere ben più gravi e le conseguenze pesanti, ma senza i medici e gli infermieri di questa struttura non ce l’avrei mai fatta a reagire con tale determinazione».

 

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