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La riforma Ersu passa
tra le polemiche di studenti e lavoratori

UNIVERSITA' - Approvata la legge 77, le università gestiranno i servizi per gli studenti in convenzione con la Regione. "Riforma insoddisfacente" commenta il segretario Cisl Sauro Rossi. "Occasione persa" per gli studenti della lista Gulliver

Proteste per la riforma Ersu

 

Il Consiglio regionale ha approvato la legge regionale 77, che riforma gli enti di gestione dei servizi agli studenti universitari. Addio agli Ersu, il nuovo ente regionale si chiama Erdis, avrà un Cda e un direttore nominai dalla Regione nei prossimi tre mesi e stringerà convenzioni con gli atenei chiamati a gestire direttamente le mense, gli alloggi, le borse di studio, le agevolazioni al trasporto pubblico e l’erogazione di tutti gli altri servizi necessari agli universitari. E’ questo il punto più contestato della riforma da parte di studenti e lavoratori, che invece chiedono un unico ente regionale che gestisca direttamente i servizi, invece di delegare agli atenei (leggi l’articolo). Universitari e sindacati hanno presidiato ieri mattina Palazzo Leopardi, ma anche il rettore Univpm Longhi aveva espresso le use critiche. “Ogni maggiore economia, ogni efficienza, ogni miglioramento nella gestione dei servizi sarà destinato ad accrescere le risorse per il diritto di studiare. Nella riforma garanzie per i lavoratori, per gli atenei, per l’esercizio delle funzioni senza interruzioni deleterie, in relazione anche alle risorse storicamente stanziate” ha replicato il consigliere Pd Francesco Giacinti, relatore di maggioranza per la legge 77. Sulla scelta di attivare convenzioni con le università, Giacinti spiega che “agli atenei viene offerta da un lato la grande opportunità di organizzare, in piena autonomia, servizi che esaltino le proprie specificità territoriali”, dall’altro si assegna loro una grande responsabilità: “Tanto più saranno in grado di gestire efficientemente ed efficacemente una serie di servizi, tanto più riusciranno ad essere attrattivi. Ogni ateneo lo farà a modo suo, come avviene ormai da più di mille anni, ma tutti contribuiranno all’impresa collettiva di rendere l’Università un’entità diffusa”.

Le parole di Giacinti non rassicurano sindacati e universitari, che temono di vedere il blocco dei servizi erogati, sul modello di Milano. “La riforma del diritto allo studio è insoddisfacente. Sì ad Ente unico, ma senza gestione diretta non potrà esserci uniformità nei servizi” ha dichiarato Sauro Rossi, segretario generale Cisl Marche, in un tweet al termine dell’incontro dei sindacati con i componenti della I Commissione del Consiglio Regionale.

“La legge passa, ma il nostro dissenso resta. La maggioranza perde l’occasione di fare qualcosa di buono per il diritto allo studio universitario” aggiunge in una nota la lista Gulliver. “Possiamo ritenere la discussione in Consiglio quasi offensiva per noi studenti: è stato paventato un percorso di impegno e di ascolto profondo delle parti interessate, ma quello che abbiamo sempre chiesto, ovvero un unico ente regionale che erogasse i servizi per il diritto allo studio e che permettesse una gestione strategica e organica del sistema, come sancito anche dalla Legge di Stabilità, è sempre stato lasciato da parte – commentano gli studenti -.  La giunta ha voluto insistere su questo sistema consapevole delle problematiche che porterà nel lungo periodo, ignorando le indicazioni dei direttori degli enti regionali dell’Emilia Romagna, dell’Umbria e del presidente dell’Andisu, l’Associazione nazionale degli organismi per il diritto allo Studio Universitario, pur di seguire gli interessi territoriali. Con questa legge si va nella direzione delle esternalizzazioni e delle convenzioni, esponendo gli studenti a trovarsi nella stessa condizione del Cidis a Milano, ovvero con la mancata erogazione dei servizi. Crediamo che la scelta di seguire questa strada sia miope e lesiva”.

(E. Ga.)

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