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Diritto al riposo, l’infermiere sanzionato:
“Chiedo l’archiviazione,
non c’era l’ordine di servizio”

ANCONA - Parla il dipendente del blocco operatorio dell'ospedale di Torrette, Francesco Pezzuto, finito sotto procedimento disciplinare. Dopo due turni vicini di lavoro si era rifiutato di farne un terzo perché stanco. Assistito dall'avvocato Luca Benci, è comparso davanti alla responsabile delle professioni infermieristiche per discutere del caso. L'azienda si pronuncerà entro un mese

Francesco Pezzuto a Torrette, prima della convocazione per il provvedimento disciplinare

 

Infermieri vicini al collega del blocco operatorio

 

di Marina Verdenelli

(Foto Giusy Marinelli)

«Non sono un dipendente che non rispetta le regole, anzi, proprio perché le rispetto ho preteso che mi facessero un ordine di servizio per coprire un ulteriore turno dopo che uscivo da 12 ore di lavoro. Ma non mi è stato fatto. Chiedo l’archiviazione del procedimento disciplinare». Mancano pochi minuti alle 15 quando Francesco Pezzuto, l’infermiere sanzionato perché si è rifiutato di fare un terzo turno dopo altri due precedenti (leggi l’articolo) si appresta ad entrare all’incontro con la responsabile delle professioni infermieristiche dell’ospedale di Torrette, Rosalia Mercanti. Con lui il suo avvocato, Luca Benci, il segretario del Nursin Giuseppino Conti e, a supporto del collega, una schiera di infermieri sui quali pesa la stessa situazione lavorativa di Pezzuto: turni ravvicinati senza il giusto riposo per coprire un organico carente. Prima di esporre i fatti al provvedimento disciplinare partito circa un mese fa, dopo aver smontato da due turni di lavoro consecutivi informando in maniera scritta la caposala che non avrebbe effettuato un terzo turno perché fisicamente stanco e bisognoso di riposo, spiega la sua posizione, per la prima volta, mettendoci la faccia e le sue generalità. «Quel giorno – racconta l’infermiere – sono stato svegliato dalla caposala in un orario non di reperibilità. Le ho chiesto che per andare al lavoro, come lei mi stava chiedendo, dovevano farmi un ordine di servizio che non è stato fatto. Per questo sono rimasto a casa. Senza l’ordine di servizio non sono coperto dall’assicurazione durante il mio lavoro e se succede qualcosa non ho tutele. Non mi si può dire che non seguo le regole».

Pezzuto, 42 anni di servizio alle spalle e prossimo alla pensione (gli mancano 11 mesi) approda all’azienda Ospedali Riuniti nel 2001 dopo un decennale di esperienza all’ospedale di Fabriano e, ancora prima alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone, la stessa struttura dove Silvio Berlusconi ha dovuto fare i lavori socialmente utili per espiare la pena dopo la condanna per frode fiscale nel processo Mediaset. A Torrette ha lavorato anche al pronto soccorso. «Negli ultimo otto anni – dice l’infermiere – non ho fatto mai un assenza per malattia». Ora è al blocco operatori. Dopo che ha sollevato la questione, insieme al Nursind, ha ricevuto la solidarietà anche dei sindacati dei medici quali l’Anaao, il Cimo e Aaroi. «Anche tra i medici – dice Pezzuto – la situazione dei turni non è migliore della nostra. Questa è una realtà di tanti reparti. Si dovrà risolvere l’illegittimità dell’orario dei turni, al di là del mio caso». Il Nursind è pronto a ricorrere allo sciopero se l’azienda non farà un passo indietro archiviando la questione e modificando anche la questione dei turni. Il colloquio davanti alla responsabile delle professioni infermieristiche è durato meno di un’ora e ora l’azienda ha circa un mese di tempo per pronunciarsi se archiviare o procedere con il provvedimento disciplinare che potrà consistere o in una sanzione pecuniaria, con il taglio di alcune ore da decurtare allo stipendio o con il procedimento disciplinare in forma scritta che rimarrà nel curriculum dell’infermiere.

Da sinistra: Giuseppino Conti del Nursind, Francesco Pezzuto e l’avvocato Luca Benci

 

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