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Cittadella giudiziaria
il ministero dice no
all’ex Provincia

ANCONA – "Operazione troppo costosa". Roma boccia l’idea di trasferire gli uffici giudiziari a Palazzo di Vetro. Era un affare da 20 milioni, tra acquisto e ristrutturazione. L’ordine degli avvocati: “Delusi, guardiamo avanti”

L’ex palazzo della Provincia in corso Stamira

 

“Ci è stato comunicato che non ci sono le condizioni per destinare gli uffici della ex sede della Provincia a soluzione dei problemi dell’edilizia giudiziaria di Ancona”. Così Serenella Bachiocco, presidente dell’ordine degli avvocati, ha riassunto la riunione indetta al ministero di Grazia e Giustizia a Roma per discutere della cittadella giudiziaria. L’ipotesi di trasferire gli uffici giudiziari all’ex Palazzo di Vetro in corso Stamira era stata svelata dal presidente della Corte di Appello Carmelo Marino (leggi l’articolo). L’idea: portare nell’ex sede della Provincia la Corte d’Appello, il tribunale di sorveglianza del viale della Vittoria e la procura generale di corso Matteotti, aumentando gli spazi a disposizione della magistratura e risparmiando sugli affitti delle sedi di proprietà del Comune. La trattativa era in fase avanzata, affidata al braccio operativo dello Stato in materia di investimenti pubblici, l’Invimit, ma oggi da Roma è arrivato il brusco stop che rimette tutto in ballo. Il motivo? Troppo costoso l’intervento. Tra acquisto e ristrutturazione dello scheletro rosso, l’operazione avrebbe chiesto almeno 20 milioni di euro (9 milioni solo per rilevarlo dalla Provincia). Per il futuro dell’immobile torna dunque tutto possibile: è vuoto dal 2006, tutte le aste sono andate finora deserte. “Il progetto di destinare gli uffici della ex sede della Provincia di Ancona è una ipotesi che da sempre abbiamo sostenuto come ordine degli avvocati così da garantire la fruibilità e la sicurezza degli uffici senza dispersioni di tempo per chi gravita intorno al comparto della giustizia – ha aggiunto la presidente degli avvocati Bachiocco – ed al contempo recuperando una struttura esistente, ma che evidentemente necessita di interventi di ristrutturazione dopo anni di incertezze sul suo destino. Purtroppo abbiamo constatato che questa ipotesi è da considerarsi chiusa per i costi ritenuti eccessivi e quindi non sostenibili dalla pubblica amministrazione.” Il prossimo passo è la convocazione della conferenza permanente per fare nuove ipotesi e proporre nuove soluzioni. “Sicuramente c’e’ delusione ma abbiamo preso atto delle decisioni e guardiamo avanti” ha concluso Bacchiocco.

(E. Ga.)

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