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Tifosi denunciati e obiettivo salvezza,
l’Ancona rompe il silenzio
e contrattacca

CALCIO – Dopo l’aggressione alla squadra, la società annuncia: ultras segnalati alla polizia postale per le offese e le minacce di morte ricevute sui social. Repliche per tutti: “Non siamo in fallimento, Tommasi venga a chiedere spiegazioni sugli stipendi. Paolucci ha sbagliato, ma non abbiamo mai mancato di rispetto alla città”

La Curva Nord nel derby con il Fano di domenica scorsa

 

In una lunga nota diramata a tarda sera, l’Ancona 1905 rompe il silenzio stampa indetto lunedì scorso e racconta la sua verità. Le critiche, le aggressioni degli ultras, le scintille in tribuna con Michele Paolucci, le gravi accuse dell’Associazione italiana calciatori tramite Damiano Tommasi. L’Ancona 1905 replica a tutti. “La società ed i propri tesserati sono consapevoli di avere degli obblighi nei confronti di tutta la città di Ancona e, in particolare, dei propri sostenitori. Ma al tempo stesso si ritiene che anche chi ha veramente a cuore le sorti del “Cavaliere Armato” e della sua storia calcistica, debba avvertire lo stesso obbligo” è la premessa dell’Ancona 1905, in merito alle ultime contestazioni, tracimate nell’aggressione (leggi l’articolo). “Per questo, le contestazioni devono sempre restare nell’ambito della civiltà e del rispetto nei confronti di chi, in ogni caso, mette il proprio impegno e le proprie risorse – ancorché non facili da reperire – per garantire un futuro alla Società, pur non essendo del territorio. Il diritto di critica si può certamente esercitare, ma nel caso di un’attività sportiva, nella quale entrano in gioco anche aspetti psicologici, questo deve essere volto esclusivamente alla costruzione e non alla distruzione. Nei giorni scorsi un nostro tesserato ha certamente sbagliato, nel comportamento assunto in tribuna in occasione della semifinale di Coppa Italia, ma il fatto è stato oggetto di esame tra società e giocatore, perché così deve essere e restare” si legge nel comunicato, ricordando lo scambio di insulti tra Michele Paolucci e i tifosi.

Paolucci e i tifosi in tribuna

“Peraltro, la Società ritiene che mai in questa stagione alcun tesserato aveva assunto comportamenti irriguardosi nei confronti della città e dei suoi tifosi, per questo motivo condanniamo ogni azione violenta, come quelle avvenute prima nei confronti dell’ad David Miani e successivamente nei confronti dell’allenatore, Giovanni Pagliari e dei suoi giocatori. In relazione poi ad articoli, commenti, offese e persino minacce di morte riportate da alcuni sui social, la società rende noto che, a tutela della dignità propria e dei suoi tesserati, ha provveduto a presentare denuncia alla polizia postale, perché assuma le iniziative conseguenti” continua la società, che infine replica anche a Tommasi. “Riguardo poi alla presa di posizione pubblica assunta dall’Aic, attraverso il signor Damiano Tommasi, volta a tutelare la parte economica dei calciatori, l’Us Ancona 1905 lo invita in sede per ricevere ogni spiegazione sulla questione stipendi, anche allo scopo di evitare di uscire dalle proprie competenze. La società invita infatti l’Aic a restare concentrata sulla parte relativa ai calciatori, e a non entrare nel merito della restante gestione del club sportivo. Si respingono infatti al mittente le considerazioni relative ai rapporti con custode e massaggiatore non pagati, maglie terminate e quant’altro. Inoltre, a coloro che affermano che la Società è assente, ricordiamo alcuni elementi essenziali. La società è stata rilevata in ottobre, quando si trovava sull’orlo del baratro a causa di una mancata capitalizzazione. In questi mesi, si è lavorato in silenzio per cercare di sistemare ogni cosa, nonostante che dopo l’acquisizione delle quote fossero emerse problematiche economiche non previste. Oggi l’Ancona 1905 non è una società in default, a differenza di come qualcuno vorrebbe dipingerla – conclude il messaggio della società -. Entro il prossimo 30 giugno la società sarà sistemata dal punto di vista economico e, in ogni caso, sarà fatto ogni sforzo per conquistare la salvezza, il che sarebbe importante come vincere il campionato. Già due volte l’Ancona ha dovuto fare i conti con dei fallimenti, ma si può stare sicuri che non si darà soddisfazione a chi già, a dieci giornate dalla fine del campionato, recita il “de profundis”, magari beandosi se le cose vanno male. Basta con il disfattismo, a fine campionato ci sarà tempo e modo per spiegare quali sono le ragioni perché non sono stati onorati certi impegni, ma adesso stringiamoci attorno alle sorti del Cavaliere Armato. Chi ama davvero l’Ancona ci aiuti a superare questo momento: mancano dieci finali, giochiamole insieme, e ritroviamo l’orgoglio: società, squadra, tifosi e ambiente per la maglia, per il passato, per il futuro. Che ci sarà, anche dopo il 30 giugno 2017”.

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