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Ancona, Brini rescinde il contratto
Bertarelli rifiuta il posto da vice
Resta solo De Patre

LEGA PRO – La panchina scomoda di Pagliari non è ancora stata assegnata dopo le dimissioni. “Giocatori non più concentrati sulla salvezza” scrive la società motivando l’addio del tecnico. Botta e risposta con l'Aic sul caso stipendi, da tre giocatori ceduti a gennaio sarebbero arrivate le ingiunzioni di pagamento. Una ventina i tifosi colpiti da Daspo dopo l'aggressione

Tiziano De Patre

Aggiornamento delle 16.50:

L’Ancona 1905 ha ufficializzato il contratto a De Patre. “Accordo su base annuale con opzione per il successivo” sono le uniche comunicazioni ufficiali della società.

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di Giuseppe Giannini 

Ancona nel caos. Pagliari si è dimesso, Brini ha rescisso il contratto e Bertarelli rifiuta il posto da secondo. Perché l’ipotesi più accreditata è quella che sia l’ex calciatore dorico Tiziano De Patre a guidare i biancorossi in queste ultime 9 partite. De Patre tecnicamente non allena dal 2015, quando è stato per un mese alla Samb (dal 16 luglio all’8 agosto 2015 in Seie D esonerato a seguito del cambio di presidenza), e ha all’attivo due stagioni da allenatore al Giulianova e al Chieti. Libero, ma senza staff (di qui la richiesta a Bertarelli di fare il vice mister), De Patre sarebbe in buoni rapporti con Ugo Mastropietrio ed Ettore Di Nicola, che è ormai assodato sia molto più che un semplice amico del socio di maggioranza del club. Tuttavia attualmente, a meno di due giorni dal match con Pordenone (che inizierà domenica alle 16,45, con un quarto d’ora di ritardo, come tutte le gare di lega Pro, per la protesta dei calciatori dopo le recenti aggressioni) l’Ancona 1905 resta senza allenatore e con una squadra sempre più abbandonata al proprio destino. Che a 9 giornate dal termine, con i dorici ultimi in caduta libera, è quello di precipitare nei dilettanti. E con la squadra che minaccia la messa in mora della società, una proprietà latitante e un isolamento del club da tutte le componenti della città non fanno certo presagire un futuro roseo per il calcio anconetano. Giornata turbolenta quella di ieri. Ma in casa Ancona non è più una novità. E’ che non ti aspetti che di giovedì, a due giorni dalla delicatissima sfida interna col Pordenone (la prima di tre gare casalinghe che il calendario offre questo mese) l’allenatore si dimetta. Pagliari fa le valigie dopo un mese e poco più di panchina. La sua Ancona ha balbettato in coppa e annaspato in campionato. Un solo punto in quattro partite frutto del pari all’esordio col Santarcangelo al Del Conero.

Ancona, giocatori in cerchio prima del calcio di inizio, foto d’archivio di Cristiano Belfiore

Troppo poco. Motivo delle dimissioni irrevocabili del tecnico tolentinate? Ci sono due versioni: quella della Società e quella della squadra che ha comunicato attraverso una nota dell’AIC (Associazione Italiana Calciatori). “A pochi minuti dall’allenamento odierno allo Stadio del Conero – ha comunicato sul proprio sito l’Ancona 1905 ieri sera – , dopo un colloquio con la squadra, il tecnico Giovanni Pagliari ha rassegnato le proprie dimissioni e le ha comunicate alla società. All’origine della decisione ci sarebbe la constatazione, da parte dell’allenatore, del fatto che la squadra non abbia più la capacità di concentrarsi solo sull’obiettivo salvezza, come invece da lui ripetutamente richiesto, fin dal suo avvento sulla panchina biancorossa”. Insomma la società scarica sulla squadra, per la cronaca già aggredita dai suoi stessi tifosi (una ventina quelli colpiti da Daspo dopo i fatti della scorsa settimana, un tifoso è stato interdetto per 6 anni, uno per 2 anni, gli altri per 5 anni) e senza stipendio da dicembre, la responsabilità all’origine della decisione di mister Pagliari. Ma arriva presto la forte presa di posizione dell’Aic che “a nome dei propri associati, intende smentire con forza che “origine della decisione sarebbe la constatazione, da parte dell’allenatore, del fatto che la squadra non abbia più la capacità di concentrarsi solo sull’obiettivo salvezza”, sottolineando che più volte in questa settimana i calciatori hanno cercato di convincere il mister a non dimettersi”. Non manca una stoccata. “La grave crisi attualmente vissuta dal club, unitamente alla difficile situazione ambientale nella quale i tesserati sono costretti a svolgere quotidianamente l’attività di allenamento e preparazione alle gare, rende sinceramente auspicabile per il futuro un maggior senso di responsabilità da parte dei dirigenti dorici” conclude la nota riferendosi invece alla conclusione di quella dell’Ancona 1905 Che recita “circa l’eventualità di una “messa in mora” della società da parte dei propri tesserati in organico, l’U.S. Ancona 1905 assicura di non esserne a conoscenza, specie dopo aver concertato con Lega Pro e Associazione Italiana Calciatori un percorso di rientro economico volto a garantire proprio gli stessi tesserati”. Una dichiarazione che farebbe anche sorridere se il calcio dorico non stesse vivendo il momento più basso dei suoi 112 anni di storia. Perché al di là delle parole contano i fatti che descrivono un’altra realtà. Quella fatta di problemi di liquidità. Una evidenza messa nero su bianco dal presidente dei calciatori Damiano Tommasi. Solo 7 stipendi pagati entro la scadenza del 16 febbraio e relativi al periodo novembre-dicembre 2016. Con conseguente deferimento che il dg Nacciarriti spera di tramutare in una semplice multa. Ma che stando al regolamento costerebbe all’Ancona la penalizzazione di un punto nella classifica del campionato in corso. La messa in mora (un sollecito di pagamento entro 20 giorni) è invece una delle strade che consente ai calciatori di richiedere la risoluzione del contratto e di  accedere al “Fondo di solidarietà” garantito dalla fidejussione depositata in Lega da Marinelli. Al momento solo minacciata dalla squadra che chiede il pagamento degli stipendi entro la prossima settimana. Mentre Moi, De Silvestro e Malerba, ceduti a gennaio, si sarebbero già mossi singolarmente tramite i propri legali inviando all’Ancona un’ingiunzione di pagamento.

La Curva Nord contro il Fano, nelle foto di Cristiano Belfiore

Insomma il clima è di quelli che rendono la panchina dorica incandescente. E così dopo le dimissioni di Pagliari di ieri, questa mattina arriva anche la notizia della rescissione consensuale del contratto di Brini che si era legato al club dorico fino a giugno 2018. Il Baffo è stato convocato all’Ancona Point dalla dirigenza che gli ha proposto di risalire in sella. Una mossa quasi obbligata per la società che in questo modo avrebbe trovato l’allenatore o quantomeno si sarebbe tolta l’onere di dover pagare lo stipendio al mister esonerato. Brini ha rinunciato. Ai soldi e di tornare al timone di una squadra con la quale era riuscito a conquistare 20 punti nel girone di andata. Ma era un’altra Ancona. Soprattutto nella testa. Il rifiuto del tecnico di Sant’Elpidio apre la strada all’arrivo di De Patre che potrebbe già essere ufficializzato nel pomeriggio, prima dell’allenamento a porte chiuse fatto slittare alle 16,30 (invece che alle 14,30). Il 48enne abruzzese avrà appena il tempo di conoscere la squadra, oggi, e di dirigere domani la rifinitura in preparazione della partita di domenica.

Tifosi denunciati e obiettivo salvezza, l’Ancona rompe il silenzio e contrattacca

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