Crollo del ponte in A14, emergono nuovi elementi dalle audizioni in Commissione incidenti sul lavoro del Senato degli operai che si trovavano sul cantiere il giorno della tragedia. «Mentre stavamo alzando la struttura – eravamo arrivati a circa 30 cm – un ingegnere mi ha detto che la campata centrale si era spostata di un paio di centimetri». Così ha riferito oggi (4 aprile) uno degli operai al lavoro il 9 marzo scorso, quando il cavalcavia è precipitato sull’autotrada tra Loreto e Ancona uccidendo due persone (leggi l’articolo). «Insieme all’ingegnere Vitantonio Sepe della società Delabech sono stati fatti altri controlli e tutto era tornato a posto – ha proseguito il lavoratore -. Erano le 12.20, siamo andati mangiare un panino e poco più tardi abbiamo ripreso i lavori per il sollevamento finale. Poi mentre parlavamo con un ingegnere è avvenuto il collasso. Non so cosa sia successo – ha detto l’operaio – a me una cosa del genere non era mai accaduta». Il dettaglio mai emerso finora dalle audizioni in Commissione, come sottolinea la presidente Camilla Fabbri. «Il tema, così rilevante per accertare le cause del crollo, è stato taciuto dall’ingegner Sepe. Risulta una contraddizione fra quanto riferito dagli operai e quanto affermato dai tecnici di Delabech circa il pericolo che tale spostamento avrebbe potuto provocare per la incolumità degli operai e degli utenti dell’autostrada». Le versioni discordanti fornite dagli operai e dai tecnici della Delabech ha portato la senatrice a chiedere la secretazione della seduta «anche al fine di garantire la genuinità dell’acquisizione probatoria». Un altro operaio ascoltato dalla Commissione ha affermato che «Non c’era nessuna anomalia. Stavamo lavorando con tranquillità, anche dopo che abbiamo saputo che c’era un leggero spostamento».
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