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Stipendi non pagati,
un punto in meno all’Ancona
e giocatori in Procura federale

LEGA PRO – E' ufficiale la penalità per i ritardi ai pagamenti dei calciatori, ora i punti di distacco dal Fano diventano 5 a due partite dalla fine. Bambozzi, Cacioli e Paolucci sono stati convocati dalla giustizia sportiva per chiarire il caos della società

La protesta della Curva Nord al termine della sconfitta con il Teramo

di Emanuele Garofalo

Il campionato dell’Ancona 1905 finisce in Procura federale. E’ ufficiale: un punto di penalità inflitto per i ritardi dei pagamenti degli stipendi ai giocatori. La decisione era nell’aria già da settimane e gli stessi giocatori avevano annunciato di aver avviato 25 richieste di messa in mora della società per i mancati pagamenti delle mensilità di novembre e dicembre, entro la scadenza di febbraio. E per spiegare il caos che governa nell’Ancona 1905 sono stati convocati dalla Procura federale tre giocatori: Lorenzo Bambozzi, Luca Cacioli e Michele Paolucci. Lo comunica la società, limitandosi a spiegare che saranno ascoltati dalla giustizia sportiva per «informazioni riguardanti l’attuale campionato». Questo sembra essere l’intervento della Procura federale invocato dal presidente della Lega Pro Gabriele Gravina (leggi l’articolo) in seguito anche alla presa di posizione dell’Associazione italiana calciatori di Damiano Tommasi (leggi l’articolo). Stipendi non pagati e impegni finanziari non rispettati al centro delle accuse dell’Aic, ma anche la pesante ombra della combine per il 2 a 0 di Parma, quando a Pozzuoli si è registrato il picco di scommesse sul risultato secco. In quella occasione i giocatori scrissero un lungo sfogo per prendere le distanze denunciare la dirigenza definita «poco limpida». La Procura federale, attraverso le audizioni dei tre calciatori, cercherà dunque di vederci chiaro negli assetti societari e di come viene gestita l’Ancona 1905. La mossa della giustizia sportiva fa tornare in mente le parole del presidente della Lega Gravina, quando denunciò la presenza di «personaggi che sembrano tirare le fila del club pur non comparendo ufficialmente. E tra di essi ve ne sarebbe uno sul cui capo pende una lunga squalifica». Era chiaro il riferimento all’ex ds de L’Aquila, Ercole Di Nicola condannato per l’inchiesta “dirty soccer”. Un finale di stagione infangato da dubbi e sospetti, ma l’azione della giustizia sportiva danneggia più il morale della classifica. Perché ormai cambia poco: l’Ancona è obbligata a vincere nelle ultime due partite per continuare a sperare nella salvezza. Con la penalità, l’Ancona crolla a 28 punti e i punti di distacco dal Fano, penultima con 33 punti, diventano 5. I dorici si giocano tutto nelle ultime due partite: domenica con la Sambenedettese e infine lo scontro salvezza con la terzultima Forlì (a 34 punti). Se gli emiliani non vinceranno e l’Ancona riuscirà a strappare i tre punti, c’è ancora una speranza di agguantare gli spareggi salvezza dei playoff all’ultima partita di campionato nello scontro diretto con il Forlì. Solo così, oppure con due sconfitte del Fano e due vittorie dell’Ancona, i biancorossi si possono schiodare dall’ultima posizione, che significa retrocessione diretta in serie D.

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