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Gli orrori della Siria raccontati ad Ancona
L’incontro con Asmae Dachan

ANCONA - La giornalista italo siriana è stata la prima testimone che ha riempito la sala dell'auditorium di Santa Maria Della Piazza per l'iniziativa a latere della mostra "Migranti la sfida dell'incontro"

L’incontro con Asmae Dachan

 

Aleppo e la Siria. Il dramma dei migranti dalle parole della giornalista Asmae Dachan. Era ad Ancona, sabato, per l’incontro “Testimonianze sulla Siria”, gli appuntamenti a latere della mostra “Migranti la sfida dell’incontro”. La prima testimone che ha riempito la sala dell’auditorium di Santa Maria Della Piazza, alle 18,30, è stata proprio lei, Asmae Dachan, giornalista professionista e scrittrice italo siriana, autrice del blog “diario di Siria” che dal 2016 lavora come freelance per diverse testate regionali e nazionali. Asmae con intensa partecipazione ha spiegato la difficile situazione geo politica in cui versa la Siria e gran parte dei paesi medio orientali, narrando le drammatiche condizioni della popolazione civile; aiutando a comprendere il motivo e le origini di viaggi tanto disperati quanto pericolosi a cui i profughi si sottopongono nella speranza di trovare una possibilità di vita più umana. Ha mostrato all’uditorio attento, video drammatici della città di Aleppo totalmente distrutta dalla guerra, ha raccontato le condizioni in cui versano i rifugiati nei capi profughi del Libano e della Giordania. Ha parlato dei bambini che da 6 anni vivono sotto i bombardamenti e delle donne, continuamente esposte a pericoli e stupri definendo questi ultimi come un’ulteriore arma di guerra subdola e disumana. Non si sofferma Asmae a cercare i colpevoli, non si schiera. Tutti sono responsabili. Come testimone, pacatamente, vuole raccontare ciò che ha visto e ciò che giornalisti autonomi siriani le riescono a far pervenire da quei luoghi tanto martoriati. Così racconta di una giovane donna siriana incontrata in un campo profughi con il ventre gonfio di vita, uno sguardo, si comprendono, tra donne, tra mamme. “Noi siriani amiamo la vita, per questo continuiamo a mettere al mondo i nostri figli”. Racconta di sé e della sua storia di figlia della Siria spiegando il suo impegno come un gesto di gratitudine verso tutte le possibilità di cui può godere per il fatto di vivere in un paese come l’Italia. Al termine dell’incontro riecheggiano le parole che Papa Francesco le disse in una udienza privata con i giornalisti italiani “Insieme, dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme”, “E’ questo il senso di incontri come il nostro” conclude Cinzia Pelliccioni, presidente del Centro Culturale Miguel Manara. La giornalista, però, non vuole congedarsi prima di aver ricordato un altro grande testimone di pace: padre Dall’Oglio, la cui foto viene proiettata sullo schermo. “Un credente in Cristo innamorato dell’islam, rivolgiamo un pensiero a lui e ai suoi familiari che non ne hanno più notizie dal 2013”. È di uomini così che ha bisogno la Siria. È di uomini così che ha bisogno il mondo.

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