«Siamo al fianco dei soci di Coopcasa Marche. Se c’è un progetto di impresa per far ripartire i lavori a Pietralacroce siamo pronti a sostenerlo, ma non possiamo intervenire con risorse, siamo un’associazione di categoria». Così il presidente del Legacoop Marche, Gianfranco Alleruzzo interviene sulla vicenda dell’Apl4 Altavilla di Ancona, il cantiere di edilizia economica popolare e convenzionata rimasto un’incompiuta a causa del fallimento della cooperativa che doveva realizzarlo (leggi l’articolo). Dito puntato anche sulla Lega delle cooperative, accusata dai proprietari degli appartamenti dell’area residenziale di non aver vigilato su Coopcasa Marche e di aver voltato loro le spalle (leggi l’articolo). «Non siamo un organo di controllo, ma un’associazione di categoria – afferma il presidente Alleruzzo -. Come previsto dalla legge è l’ufficio revisioni che verifica lo stato delle cooperative e comunque più da un punto di vista di rispetto dei requisiti di mutualità e patrimonio netto che di bilancio. Putroppo – prosegue – le gravi condizioni di Coopcasa Marche si inseriscono all’interno di un quadro in cui è tutto il sistema cooperativo del settore dell’edilizia ad essere in crisi da anni. Un sistema che è praticamente saltato in tutta la regione. Per quanto riguarda il caso specifico – aggiunge ancora Alleruzzo – Legacoop Marche, proprio attraverso l’ufficio revisione, è sempre stata attenta alle dinamiche di Coopcasa Marche ed è proprio grazie a noi che si è avviato il percorso di commissariamento dell’impresa che poi purtroppo ha portato alla sua messa in liquidazione». Anni durante i quali, sottolinea il presidente regionale di Legacoop Marche «non abbiamo mai fatto mancare il nostro appoggio ai soci, con una decina dei quali siamo in contatto da anni. Del resto noi rappresentiamo i soci e non possiamo intervenire nelle singole cooperative. Quello che posso ribadire è che tutto quello che possiamo fare in questa brutta situazione è dare sostegno e fornire tutti gli strumenti utili e necessari nel caso i soci della cooperativa intendano fare un progetto di impresa che possa rimettere in moto il cantiere, dare una prospettiva, anche di lavoro, e nuovo smalto al sistema cooperativo, ma in nessun caso possiamo intervenire da un punto di vista economico».
(A. C.)
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Da Andrea Raschia, Fp-Cgil, riceviamo e pubblichiamo:
“Pietralacroce: non è tempo delle polemiche, men che meno adesso. Adesso che l’iniziativa parlamentare intrapresa dall’onorevole Carrescia manda in frantumi una cappa di imbarazzante silenzio e apre uno squarcio su una questione di grande impatto sociale altrimenti condannata all’oblio, lasciando nel dramma e in completa solitudine decine e decine di famiglie.
Agli effetti di una crisi gravissima che colpisce duramente il sistema produttivo e in particolare il comparto edilizio si somma una gestione discutibile che ha portato la cooperativa ad una situazione di insolvenza irreversibile, sottoposta a gestione commissariale, poi in liquidazione coatta amministrativa.
Apprendere che Legacoop è finalmente schierata a fianco dei soci costituisce motivo di soddisfazione, soprattutto per le concrete iniziative che si devono attivare. Si tratta di essere conseguenti, dimostrando nei fatti che nessuno sarà lasciato al proprio destino. Che a dirlo sia una grande organizzazione, la Lega Nazionale delle Cooperative, che ha nel proprio DNA la tutela di valori mutualistici e di solidarietà, del principio di legalità, dell’interesse sociale e dello sviluppo sostenibile, non è certo cosa di poco conto.
Non serve ricordare come nel recente passato si siano attraversati momenti di difficoltà, superati grazie ad un impegno straordinario, a una passione disinteressata a servizio della funzione sociale, e a competenze ormai consolidate. È il momento di declinare una nuova volontà mettendo assieme soggetti diversi in grado di contribuire in modo concreto per salvaguardare un diritto per persone che non possono vedersi sottrarre un bene primario, risultato di una vita di sacrifici; e mettere in atto strategie che possano nel contempo rispondere efficacemente alla crisi, facendo ripartire cantieri fermi, rimettendo in moto quelle gru ferme, per creare opportunità di lavoro. Obiettivi che certo non possono non vedere l’esercizio di un ruolo attivo da parte di politica e istituzioni, anche per definire un nuovo paradigma di sviluppo sostenuto da robusti investimenti, fondato su coesione e diritti”.