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Controesodo post sisma,
l’Anci chiama Roberto Oreficini

ANCONA – Venerdì l’assemblea nazionale dei piccoli Comuni a San Benedetto convocata per discutere come ripopolare le aree interne. Il dirigente della protezione civile scelto per la commissione ricostruzione dell’associazione dei Comuni

Il presidente Anci Marche Maurizio Mangialardi

 

Il prossimo 30 giugno a San Benedetto del Tronto si terrà la 27esima conferenza nazionale dei piccoli Comuni intitolata “Il controesodo è possibile”. Dei 140 comuni del cratere ben 87 insistono nel territorio regionale delle Marche ma il rischio di spopolamento delle aree interne del Paese si può scongiurare e non rappresenta un destino ineluttabile secondo l’Anci. Gli amministratori dei 5.591 piccoli Comuni italiani si incontreranno a San Benedetto del Tronto per discutere dei problemi generali che li affliggono, della questione delle aree interne e, ovviamente, del tema della ricostruzione. Anci Marche è impegnata nel rappresentare il collante istituzionale tra le istanze degli 87 sindaci del cratere, oltre ai 25 fuori cratere, ed i livelli superiori di governo. “La nostra azione costante di pungolo – ha detto il presidente di Anci Marche Maurizio Mangialardi – ha consentito che nei tre Decreti Terremoto già emanati, venissero inserite le istanze provenienti dai territori. Il contributo che Roberto Oreficini, in quiescenza dal 1 giugno sarà prezioso per la fase di sintesi in virtù della grande esperienza amministrativa e di conoscenza delle dinamiche che ruotano intorno alla gestione delle emergenze”. Il dirigente della protezione civile in pensione darà dunque il suo aiuto per la commissione sisma formata dall’Anci Marche, dove discutere le azioni da intraprendere per la ricostruzione. Giovedì alle 12 il presidente Mangialardi sarà a Roma per quello che è diventato ormai un appuntamento settimanale consueto con il sottosegretario Boschi, il commissario Errani, il vice commissario Ceriscioli ed il capo della protezione civile Curcio per lavorare sulle esigenze dei comuni e dei cittadini terremotati. L’assemblea di venerdì sarà anche l’occasione per rimettere al centro delle politiche i piccoli Comuni contro l’abbandono delle aree interne, fenomeno in atto da decenni ma acuito dal sisma. “L’Italia può dirsi fondata sui piccoli comuni – ha detto Roberto De Angelis, sindaco di Cossignano e coordinatore dei piccoli comuni di Anci Marche – nei quali è evidente che poca popolazione amministra molto territorio. Avere poca abitanti significa meno cespiti e meno base imponibile e quindi ciò complica l’attività amministrativa, di manutenzione e presidio del territorio e meno servizi. Il finanziamento della sperimentazione delle aree interne, i bisogni dei piccoli comuni e tutta la partita sulla gestione del sisma – ha aggiunto De Angelis – sono i tre macrotemi al centro dell’incontro ai quali arriviamo, come sindaci terremotati, con un certo scoramento e se, da una parte è innegabile che qualche ritardo c’è stato, dall’altro posso testimoniare che oggi le ditte lavorano H24, che l’orografia del territorio non favorisce facili e rapide soluzioni, ma anche che il fenomeno è molto esteso considerando gli 87 comuni coinvolti. In Umbria sono un po’ più avanti anche perché sono pochi i comuni coinvolti”. Marcello Bedeschi, segretario di Anci Marche, ha ricordato il progetto che sta partendo per il recupero dei beni artistici dei comuni del cratere, finanziato dal Pio Sodalizio dei Piceni e da fondi di Anci Marche per un totale già disponibile di 200mila euro. “Di concerto con la Sovrintendenza dei Beni Architettonici e le Diocesi, sceglieremo delle opere da recuperare e restaurare per restituirle al territorio sulla scorta di quanto facemmo a L’Aquila, un progetto meritorio per il quale va ringraziato il Pio Sodalizio dei Piceni che, pur avendo sede a Roma, ha l’obiettivo di tenere viva la marchigianità, la sua storia e cultura” ha spiegato Bedeschi.

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