Era stato allargato nel 2008 il primo tratto di via Sbrozzola (tra la Statale 16 e Ponte Scaricalasino). I proprietari dei terreni laterali alla strada, realizzata con i finanziamenti di Ikea, avevano ceduto bonariamente le aree al Comune di Osimo per evitare un’espropriazione per pubblica utilità. Tra le aree vendute c’era anche un appezzamento di terreno di proprietà di un’anconetana, oggi 76nne, già seminato e coltivato, acquistato dall’ente pubblico per 39.940 euro.
L’inizio dei lavori ha, però, compromesso il raccolto della coltivazione in atto e la proprietaria ha scritto al Comune, dal 2009 e fino 2012, per richiedere un indennizzo di 750 euro per il mancato raccolto. Il carteggio tra la donna e l’Ufficio legale del Comune di Osimo è proseguito fino al 2013 quando l’avvocato dell’anconetana, ha invitato l’ente locale a chiudere definitivamente la pratica aggiornando il pagamento dell’indennizzo da 750 euro a 1.000 euro, trattandosi di una questione iniziata 7 anni prima. Il ristoro dei danni, a fine 2016, è stata liquidato ed il ‘braccio di ferro’ archiviato.
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