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Lavoro: nelle Marche
persi 5mila posti in un anno

CRISI - I dati Istat tracciano un quadro allarmante. Disoccupazione su del 10,6%, un giovane su tre non lavora. Preoccupante la situazione nel settore commercio, alberghi e ristoranti. Il segretario regionale Cgil Giuseppe Santarelli: "Abbiamo bisogno di un piano di rilancio dell’occupazione e degli investimenti"

La crisi non accenna ad arrestarsi nelle Marche. Secondo i dati Istat 2016, rielaborati dall’Ires Cgil, in un solo anno sono stati persi altri 5.021 posti di lavoro. Principali indicatori in netta controtendenza rispetto al quadro nazionale: i disoccupati sono 73.526 con un aumento del 6,5%, la disoccupazione si attesta al 10,6% aumentando dello 0,7% e rimanendo stabile rispetto al 2013. Il calo non interessa il lavoro dipendente che aumenta dello 0,6% (+ 2.766 unità), sicuramente un dato positivo, ma troppo debole per essere definito “ripresa”. Crescono dell’1,8% rispetto al 2015 gli occupati part time che passano da 96mila a 98mila, (22mila in più rispetto al 2008).  Allarmanti è il dato di chi cerca lavoro dopo aver perso la precedente occupazione: 39.051 persone, con un aumento in un solo anno del 9%, pari a 3.228 unità.  A questi vanno aggiunte altre 19mila persone che cercano il lavoro per la prima volta e che tentano di entrare nel mondo del mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione dei giovani diminuisce di un punto rispetto all’anno precedente passando dal 32% al 31%. Un dato che va letto anche in rapporto all’aumento del lavoro precario e cioè tempo determinato e voucher. Nel 2008 solo il 12,5% degli under 35 non aveva un impiego.

Il segretario Cgil Marche Giuseppe Santarelli

Calo preoccupante nei settori del commercio, alberghi e ristoranti che passa da 126mila a 117mila (-6,8%) in un solo anno e nelle costruzioni dove si passa da 35mila occupati a 33mila (-4,9%). Stabile l’industria manifatturiera dove l’occupazione rimane a 182mila, registrando un lievissimo aumento dello 0,2%. “Questi dati restano molto preoccupanti – osserva il segretario regionale della Cgil Giuseppe Santarelli – sopratutto se associati all’enorme ricorso alla cassa integrazione straordinaria e ordinaria in alcuni settori e alla totale inadeguatezza degli strumenti in campo, riformati con il Jobs act, che penalizzano sopratutto che le piccolissime imprese, in  molti casi completamente scoperte rispetto alla possibilità di utilizzo di ammortizzatori. Abbiamo bisogno di un piano di rilancio dell’occupazione e degli investimenti, che metta al centro la condizione delle migliaia di disoccupati. I referendum abrogativi della Cgil su appalti e voucher hanno questo scopo: liberare il lavoro e rimetterlo al centro dell’azione politica  del Paese”.

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