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In sella alla sua moto
in missione umanitaria,
l’avventura di Andrea Alessandrelli

ANCONA - Partirà dal capoluogo diretto dalla Cina all'Iran, attraverso la via della seta, la spedizione del biker e tour operator anconetano. Sei frontiere da superare e 4 mila chilometri da macinare a capo di un gruppo di 21 Guzzi per portare viveri e materiale didattico a 150 bambini di una scuola di accoglienza in Uzbekistan

Il biker e tour operator anconetano Andrea Alessandrelli nella precedente spedizione

 

di Federica Serfilippi

Quasi 4 mila chilometri da percorrere, 6 frontiere da oltrepassare, 21 moto da condurre alla meta e più di 3 settimane di viaggio. Sono i numeri che contraddistinguono l’avventura di Andrea Alessandrelli, tour operator anconetano che domani (14 giugno) partirà per la strada che lo condurrà dall’Iran fino alla Cina, inseguendo la via della seta e i luoghi toccati da Marco Polo. Ci sarà lui, per la seconda volta consecutiva, alla guida della spedizione umanitaria Feed the Planet, ideata dalla Riso Scotti. Andrea guiderà la carovana composta da 22 moto Guzzi V7 Stone in un tour dove paesaggi desertici si accompagneranno a strade sterrate che porteranno l’anconetano ad altezze che sfiorano i 5 mila metri. «Da Milano – racconta Andrea alla vigilia del viaggio – un volo ci poterà a Mashhad, in Iran, dove ci aspettano le moto. Da lì, ci metteremo in cammino verso il Turkmenistan. Ashgabat, la capitale, sarà la nostra prima tappa». Ce ne saranno altre 15, tutte in Asia. Tra i luoghi mozzafiato che incontrerà per strada c’è la cosiddetta Porta dell’Inferno, un cratere nel deserto del Karakum che presenta un diametro di oltre 60 metri. «In Uzbekistan, a Samarcanda, avverrà il nostro giro di boa – prosegue il biker -. Qui avverrà la vera e propria attività di charity, dove devolveremo viveri e materiale didattico a 150 bambini di una scuola di accoglienza. Poi, ci aspetterà il Tagikistan e la Pamir Highaway, al confine con l’Afghanistan, una delle strade più alte al mondo con passi attorno ai 5 mila metri». La Cina sarà l’ultimo stato che la carovana toccherà. «Passato il lago Karakul, arriveremo a Kashgar, punto di partenza delle carovane per la via della seta e il deserto del Taklamakan». A inizio luglio, la fine di un’avventura passata tra paesaggi mozzafiato e la visione di una natura incontaminata. Durante il viaggio, i partecipanti dormiranno in campi tendati e hotel. Tutto è stato organizzato alla perfezione: «Ci sono voluti 4 mesi di lavoro per mettere insieme visti, permessi e preparare al meglio l’itinerario. Si svolgerà quasi tutto su strade sterrate e dissestate, anche perché tenderemo a percorrere quelle secondarie per vivere la quotidianità dei popoli che incontreremo». Un po’ come era stato il viaggio dello scorso anno, quando Andrea, sempre guidando la spedizione della Scotti, aveva raggiunto il punto più alto del mondo percorribile in moto: il Kardung La Pass, sull’Himalaya. «Ma questa volta, l’itinerario è più complesso. Il viaggio è molto più lungo e difficoltoso. Rispetto all’altra volta, si macina il quadruplo dei chilometri, ma sono pronto per mettermi alla prova e immergermi nella quotidianità dei luoghi così ancora poco aperti al turismo».

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