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I migliori chef italiani nel mondo
si incontrano nelle Marche

FORUM - Gli ambasciatori della cucina italiana all'estero saranno ospiti dei produttori del territorio per tre giorni di formazione ed assaggi per conoscere le eccellenze regionali. Focus sulle tipicità dei luoghi del cratere

Da sinistra Angelo Serri, direttore di Tipicità, Marco Virgili di Wec, Rosario Scarpato, direttore di Icw e Luca santini, presidente dell’Unione cuochi delle Marche

 

di Agnese Carnevali

La cucina italiana nel mondo, un’industria con numeri da capogiro. Una cultura per la quale l’Italian cuisine in the world association (Icw) ha chiesto il riconoscimento di patrimonio dell’Unesco. Un contesto del quale le Marche vogliono far parte, da protagoniste, portando le loro eccellenze nei ristoranti degli chef italiani che lavorano in tutto il mondo. È anche per questo che il VI Forum della cucina italiana nel mondo, che si terrà nel Casentino, in Toscana, farà poi tappa nelle Marche per una tre giorni, dal 21 al 23 giugno. Una delegazione di 44 persone, tra cuochi, distributori e giornalisti di settore, ambasciatori della cucina italiana nel mondo, provenienti da 31 Paesi diversi, sarà ospitata da alcuni produttori del territorio affinché conoscano le eccellenze enograstronomiche marchigiane, le loro modalità di produzione, le loro filiere. Un’operazione di incoming per far arrivare vini, formaggi, carni, salumi e legumi nei menù dei locali. Una sorta di «educational per introdurre i delegati alle tipicità della regione, per promuovere le produzioni marchigiane nel mondo» spiega il direttore dell’associazione Rosario Scarpato. «Un’iniziativa strategica, dunque, per la nostra regione» commenta Angelo Serri ideatore e direttore di Tipicità, partner dell’evento. Ad illustrare le dimensioni di questo possibile mercato, il direttore Scarpato. «Nel mondo – illustra – la cucina italiana è un’industria con numeri da capogiro, basti pensare che ci sono 100 mila ristoranti nel mondo che fanno cucina italiana, 1500 solo a Tokyo, per fare un esempio, 22 mila in tutto il Giappone, 250 solo nella metropoli di Dubai negli Emirati Arabi. Un potenziale enorme anche per l’economia dell’Italia e delle regioni. Il Forum – prosegue Scarpato – è nato sei anni fa affinché i cuochi italiani che fanno cucina italiana all’estero potessero parlare fra di loro, ponendo all’attenzione determinati temi. Quello di quest’anno, ad esempio, riguarda la tutela della cucina italiana nel mondo, la più soggetta a storpiature, per questo abbiamo richiesto che possa essere inserita tra i patrimoni culturali dell’Unesco».

Dunque, chiuso il Forum del Casentino, nelle località aretine (da domani 18 giugno a martedì 20), alcuni degli ambasciatori partiranno per il post-forum Extra-Ordinary Marche. Arrivo previsto il 21 al Symposium di Luciano Pompili a Cartoceto nel Pesarese. «Qui li attenderà un momento didattico che mira a far assaggiare il Made in Marche – spiega Marco Virgili, della Worldwide event consulting -, dai vini Moroder di Ancona, al Verdicchio di Matelica e di Jesi, ma anche tutte le nostre tipicità, le carni esclusive, come la pecora sopravissana, i salumi, i legumi. Concluso questo momento, i delegati verranno accompagnati nei siti di interesse e produttivi marchigiani tra cui anche quelli del cratere del terremoto». Il post-forum, dunque, si presenta anche come un’altra chance per risollevare le Marche colpite dal sisma. «In particolare – riprende Virgili – presenteremo un modulo che consente la produzione di formaggio di filiera corta a Monte San Martino. Il latte entra nel modulo ed esce il formaggio è una delle nuove tecniche studiate per non spostare la produzione nei luoghi colpiti dal terremoto».

Obiettivo del post-forum: «Far toccare con mano i nostri prodotti a coloro che li vanno poi a lavorare nelle cucine dei loro ristoranti disseminati in tutto il mondo. Farli appassionare ai nostri prodotti – afferma Luca Santini, da poco più di un mese presidente dell’Unione cuochi marchigiani -. Abbiamo delle potenzialità straordinarie, ma dobbiamo organizzarci al meglio per distribuire fuori dalla nostra realtà».

 

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