E’ fuggito dall’ospedale di Jesi dove era stato ricoverato d’urgenza per le ferite che si era provocato mollando un pugno contro la vetrata del centro Gus (leggi l’articolo). Non c’è pace per il migrante di 26 anni, originario del Gambia, che si è visto respingere la domanda di asilo politico e che nella tarda mattinata di oggi dopo avere tagliato la corda dal reparto di Psichiatria del ‘Carlo Urbani’. A piedi ha raggiunto la caserma dei carabinieri con l’intenzione di farsi restituire i documenti personali. Appena lo hanno visto entrare, i militari hanno allertato i soccorsi sanitari per trasportarlo di nuovo in ospedale.
Nei momenti caotici del suo primo trasferimento nella struttura sanitaria, l’altro ieri, il 26enne forse aveva dimenticato che documenti ed effetti personali in realtà erano rimasti nell’appartamento di via Cavour dove era ospite. Pertanto tramite un suo amico, stamattina, gli sono stati consegnati e subito dopo è stato ricondotto in ambulanza al pronto soccorso del presidio ospedaliero cittadino. Jesi è una città con una lunga tradizione in fatto di ospitalità, tra le prime nella provincia di Ancona ad aderire al programma ministeriale di protezione dei rifugiati politici. Il ragazzo del Gambia non potrà però ottenere lo status di rifugiato, perché non ha diritto all’asilo. Quando si sarà ristabilito e le sue condizioni di salute lo permetteranno, dovrà essere espulso e allontanato dall’Italia per essere rimpatriato nel suo Paese d’origine. Se mai tornerà indietro alla frontiera, scatteranno i meccanismi di contrasto all’immigrazione irregolare perché sarà considerato un clandestino.
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