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Ecco la norma “Salva Peppina”

SISMA E BUROCRAZIA - Il governo ha presentato un emendamento al decreto legge sul terremoto, la norma permetterà di salvare la casetta della 95enne di Fiastra fino al completamento della ricostruzione. Il testo deve ancora essere approvato. Soddisfatta la figlia: «Siamo contenti, è proprio quello che avevamo chiesto, l'importante è che non ci sia qualche inghippo»

 

Rimuovere le casette abusive, ma solo una volta finita la ricostruzione o con l’arrivo delle Sae. Ecco la norma “Salva Peppina” inserita nelle 21 pagine di emendamento al decreto legge fiscale sul sisma, presentato dal governo per risolvere la situazione di Giuseppa Fattori. La 95enne di Fiastra sfrattata dalla casa di legno che la famiglia le aveva costruito per farla restare vicino alla casa storica, inagibile, nella frazione di San Martino. La nuova casa, pur su terreno edificabile, non aveva i permessi per essere costruita. Una mancanza in parte sanabile, in parte no, con lo scoglio insormontabile dell’autorizzazione paesaggistica che non può essere concessa dopo la fine dei lavori. Da allora Peppina, che non vuole lasciare comunque la frazione, vive in un container poco distante. Una vicenda che ha messo in allarme centinai di sfollati,  che hanno provveduto in autonomia a trovarsi un riparo in attesa delle Sae o della ricostruzione. E anche la politica che, da destra a sinistra, ha cercato un modo di risolvere la situazione, anche considerando il grande movimento di opinione pubblica che la storia di Peppina ha generato in Italia e all’estero. La situazione adesso potrebbe risolversi con l’emendamento, anche se va ancora approvato. «Siamo contenti, è proprio quello che avevamo chiesto, l’importante è che non ci sia qualche inghippo – ha commentato Gabriella Turchetti, figlia di Peppina – . Se la norma dovesse diventare realtà, potremo finalmente tirare un sospiro di sollievo». Soddisfatto anche l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. «La possibilità di prorogare oltre i 90 giorni la rimozione delle abitazioni provvisorie nei territori colpiti dal sisma va nella direzione da noi auspicata da tempo – ha sottolineato -. Importante anche la parte del testo in cui si precisa che una volta terminati i lavori di ricostruzione o dell’assegnazione di una soluzione abitativa di emergenza dovranno essere ripristinati i luoghi e il paesaggio, rimuovendo l’abitazione provvisoria».

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