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A Palazzetto Baviera
arriva il Correggio ritrovato:
la Sant’Agata di Senigallia

SENIGALLIA - Il capolavoro del pittore rinascimentale sarà esposto dal 15 marzo fino al 2 settembre. Il sindaco Mangialardi: "Per la città è un onore presentare quest'opera"

La Sant’Agata di Senigallia

 

La Sant’Agata di Correggio per inaugurare la stagione espositiva di Senigallia. Il dipinto sarà visibile dal 15 marzo fino al 2 settembre all’interno del Palazzetto Baviera. Grazie all’associazione “Amici del Correggio” che ha ritrovato l’opera presso una nobile famiglia di Fano e al professor Claudio Paolinelli che l’ha portata all’attenzione del Comune di Senigallia, l’amministrazione comunale, in collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, ha voluto subito mettere in luce l’eccezionale ritrovamento.  La Sant’Agata “di Senigallia” – martire patrona di Catania –  è ritratta dal Correggio in un momento di contemplazione dei simboli del suo martirio. Il leggero mantello che le avvolge il collo, il volto di grande bellezza, la capigliatura soffice e ordinata, la collocano alla metà degli anni ‘20 del Cinquecento. Anche se ancora non è nota la committenza e la prima destinazione della Santa, la tavola si pone nel pieno della maturità del pittore.  Il capolavoro correggesco era arrivato a Senigallia alla fine dell’Ottocento, portato in dono da un gentiluomo inglese al celebre medico Angelo Zotti, luminare che gli salvò la vita. La Sant’Agata era stata probabilmente acquistata nel Settecento, già come autografo del Correggio, da un viaggiatore inglese, e sono in corso ricerche per individuarne la collocazione in una delle collezioni private inglesi tra il XVIII e il XIX secolo. Anche la “Escursione Artistica per Sinigaglia” di Alfredo Margutti edita nel 1886, la attribuisce chiaramente al Correggio, consigliandone addirittura la visione presso la vedova del Dottor Zotti nella cittadina marchigiana. La tavola però non rimarrà presso la famiglia Zotti ma, attraverso diverse vicende ereditarie, arrivò nel Novecento in possesso di due nobili sorelle residenti a Fano.  E’ qui che nel 2004 la vide Dario Fo, interpretando il volto della Santa come un ritratto di Jeronima, moglie bellissima del Correggio, ed è proprio grazie al premio Nobel che il dipinto venne restaurato e pubblicato. “Per la città – dichiara il Sindaco Maurizio Mangialardi – è un onore poter presentare questa importante opera eseguita da uno dei maestri dell’arte Rinascimentale italiana come il Correggio all’interno di Palazzetto Baviera, riaperto lo scorso anno dopo lo splendido restauro. Con questa mostra, che si avvale sempre della proficua collaborazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi, si apre la stagione espositiva di Senigallia, inserita ormai a pieno titolo nel grande circuito delle città d’arte italiane”. La mostra è costruita per immagini e testi che raccontano il Correggio e che conducono, attraverso confronti stilistici e documentari, alla tavola con la Sant’Agata protagonista assoluta dell’esposizione. A far da cornice al percorso espositivo, il piano nobile di Palazzetto Baviera, in cui spiccano i soffitti decorati a stucco e realizzati dall’artista urbinate Federico Brandani nella seconda metà del Cinquecento.

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