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Gli ingegneri sul Misa:
«Vasca di compensazione
ferma da tre anni»

SENIGALLIA - Il presidente provinciale dei professionisti, Alberto Romagnoli, interviene sull'emergenza relativa al fiume. "Occorrono più opere di manutenzione"

 

“Prevenzione e manutenzioni sono le principali strade da seguire per la messa in sicurezza del fiume Misa, gli strumenti per riuscire a farlo ci sono, ma occorre dar seguito ai provvedimenti legislativi adottati. Esemplare è il caso della vasca di compensazione, la cui realizzazione è ancora ferma nonostante esistano tutte le premesse per costruirla”. Il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Ancona, Alberto Romagnoli, dopo le recenti piogge che hanno colpito Senigallia e riproposto all’attenzione pubblica l’emergenza Misa, torna a porre al centro del dibattito pubblico la questione della prevenzione del Rischio Idraulico. Romagnoli entra nel dettaglio di un processo che attende ormai da troppo tempo non la sua conclusione ma addirittura il suo inizio: “La vasca di compensazione sul fiume Misa è opera di circa 2 milioni di euro, concepita in occasione dei finanziamenti FIO del 1985, completamente finanziata dallo Stato e dalla Regione dopo l’alluvione del 2014 – con bando di gara predisposto dalla Provincia nel dicembre 2015 – ed oggi, a tre anni dal bando, i lavori non sono stati ancora assegnati, in quanto l’istruttoria della gara è stata rallentata dal passaggio di competenze tra Provincia e Regione”. Come dire, i mezzi ci sono ma serve sbloccare passaggi burocratici determinanti, pena rallentamenti di lavoro che poi finiscono inevitabilmente con il pesare sulla quotidianità della cittadinanza, che obbligano, giustamente, il sindaco Mangialardi a prendere le precauzioni del caso. L’attenzione deve restare alta, secondo Romagnoli si mantiene necessario “Il monitoraggio continuo di queste criticità ed il completamento del virtuoso percorso previsto dalla Regione per i Contratti di Fiume, coinvolgendo però nel Tavolo regionale permanente il mondo delle professioni, imprese ed associazioni”. Rinunciare all’opera di prevenzione sarebbe alquanto grave, “è accertato che con un euro dedicato alla prevenzione se ne risparmiamo tre per gli interventi in emergenza dopo che la catastrofi sono accadute”, ribadisce Romagnoli e così pure ad una attività di manutenzione costante e capillare, “La manutenzione ordinaria non si impone all’opinione pubblica per maestosità ma è fondamentale per garantire un territorio più sicuro attraverso opere talvolta minime ma necessarie soprattutto nei confronti dei fiumi e dei corsi d’acqua”.

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