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Verdicchio fasullo, Giancarli:
«La Regione si costituisca parte civile»

SEQUESTRO - Requisiti 150mila litri di vino spacciato per la Doc dei Castelli di Jesi, il consigliere regionale invita Palazzo Raffaello ad essere protagonista in questa circostanza e plaude all'operato degli inquirenti. «Stroncata sul nascere un'attività che poteva recare danno al mercato del Verdicchio ed all'economia di tutte le Marche»

Foto d’archivio

 

Sequestro di 150mila litri di falso Verdicchio dei Castelli di Jesi, il consigliere regionale Enzo Giancarli invita la Regione a costituirsi parte civile. «Il valore della Docg Verdicchio dei Castelli di Jesi è indiscusso non solo per la sua area di produzione, ma per tutte le Marche, da un punto di vista economico, enologico e vitivinicolo, agroalimentare e turistico, che non può essere danneggiato, a tutela di tutto il territorio regionale – afferma Giancarli –, per questo ritengo che la Regione debba svolgere anche in questa circostanza un ruolo da protagonista, fino a verificare la possibilità di costituirsi parte civile».
Da Giancarli arriva anche il plauso per l’operazione condotta dall’Ispettorato centrale della Tutela per la qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari di Emilia Romagna e Marche, area di Ancona, che ha portato a smascherare e poi requisire i 150mila litri di Verdicchio dei Castelli di Jesi, etichettato come Doc da una cantina di Cossignano e pronto alla distribuzione. Il responsabile della cantina è stato denunciato dall’Autorità giudiziaria con l’accusa di frode in commercio, con l’aggravante della falsificazione di vino tutelato con marchio doc. «Un lavoro impeccabile da parte dell’Ispettorato e dell’Autorità giudiziaria – commenta Giancarli – che ha bloccato sul nascere un’attività illecita che avrebbe potuto avere conseguenze disastrose nel mercato del Verdicchio dei Castelli di Jesi».

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