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Maestra d’asilo condannata,
i genitori di uno dei bimbi:
“La scuola negò gli atti di violenza”

OSIMO - L'avvocato Naspi, il legale che tutela la famiglia, dà voce ai suoi assistiti paventando il comportamento omissivo del preside Radicioni nella fase iniziale della vicenda. "Solo due anni più tardi vennero a sapere dei maltrattamenti a seguito della denuncia presentata dal Dirigente dell'Ufficio Scolastico Regionale delle Marche. All'inizio il dirigente scolastico li accusò di 'mettersi in testa cose strane'" replica. Al vaglio una contro-querela per calunnia

Osimo, il plesso scolastico del Borgo che ospita anche l’asilo frequentato al tempo dai due bimbi

A fine maggio una maestra d’asilo di Osimo è stata condannata in primo grado per i suoi metodi correttivi troppo severi manifestati nell’anno scolastico 2011-2012 nei riguardi di due bimbi, al tempo di 4 anni. Alla luce della sentenza, la scorsa settimana il preside dell’Istituto comprensivo, sotto la cui giurisdizione ricade quella scuola materna, ha indetto una conferenza stampa per chiarire la sua posizione nella delicata vicenda. Il professor Fabio Radicioni ha minacciato querele per diffamazione verso alcuni internauti che alla notizia della pronuncia del giudice, postata dai familiari di uno dei bimbetti su Facebook, nel dibattito social lo hanno accusato di omertà e di scarsa collaborazione. Dichiarazioni che ora incontrano una replica nelle parole degli stessi genitori di questo bambino attraverso il loro legale di fiducia, l’avvocato Fabrizio Naspi. La famiglia non esclude di valutare una contro-denuncia per calunnia nei riguardi del dirigente scolastico. E spiega perché offrendo la sua versione dei fatti.

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Ho ricevuto specifico mandato da parte dei genitori di uno dei minori vittima dei maltrattamenti, di replicare alle dichiarazioni come rilasciate dal Dirigente scolastico Radicioni Fabio in occasione della conferenza stampa da lui indetta in conseguenza della sentenza del Tribunale penale di Ancona di condanna della maestra di Osimo a mesi 8 di reclusione per il reato di abuso dei mezzi di correzione. Infatti i genitori miei Assistiti per dovere di verità e diritto di critica, non possono esimersi dal contestare e smentire le dichiarazioni rese dal Radicioni nella parti non rispondenti al vero e, segnatamente, laddove egli afferma: “i genitori dei due alunni non hanno mai parlato con me di quello che accadeva ….” E’ stata una mamma di una bambina che frequentava lo stesso asilo ma senza problemi a raccontarmi, nella primavera del 2011, quello che stava accadendo” … “non c’è stato alcun comportamento omertoso, alcuna volontà di insabbiare” … “il post del genitore con la scia dei commenti ritenuti offensivi, due giorni dopo la pubblicazione, è stato rimosso”.

Invero corre l’obbligo rappresentare, onde ristabilire prontamente la verità dei fatti, che i genitori miei assistiti, avendo nel corso dell’anno scolastico 2011-2012 sospettato che il loro figlio potesse aver subito maltrattamenti psico-fisici in ambiente scolastico, fino a quel momento taciuti e negati dal corpo docente, chiedevano ed ottenevano un incontro in argomento proprio con il Dirigente Sig. Radicioni Fabio che si teneva presso il suo ufficio in data 5.6.2012 alla presenza della maestra fiduciaria. Ebbene, proprio in occasione di tale incontro sia il Radicioni che la fiduciaria negavano ancora con fermezza atti di violenza da parte della maestra in danno del loro figlio ed anzi accusando gli stessi ignari genitori di “mettersi in testa cose strane”. Eppure le risultanze degli atti del processo penale celebratosi a carico della maestra e dalle stesse dichiarazioni rese dal Radicioni come sopra riportate, hanno invece consentito di dimostrare con assoluta certezza che alla data dell’incontro sopra citato (5.6.12) il Radicioni era già a piena conoscenza dei fatti di reato e della loro assoluta gravità essendo in precedenza già stato informato sia dalla mamma di un altro bambino che dalle altre insegnanti di sezione dei maltrattamenti vari e reiterati nei confronti di alcuni bambini ed in particolare modo nei riguardi del figlio dei miei clienti, come perpetrati dall’insegnante  con sistematica quotidianità.

Il tribunale

Ciononostante il Radicioni mentiva, sapendo di mentire, ai genitori del bambino vittima delle violenze, addirittura negando ogni accadimento e così pregiudicando loro di conoscere la verità e di conseguenza agire a difesa e tutela del minore. Infatti soltanto due anni più tardi i genitori miei assistiti venivano a conoscenza dei maltrattamenti a seguito della denuncia presentata dal Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche (e non dal Giudice e, tantomeno, del Radicioni) in data 12.7.2013 con un ritardo di oltre un anno dai fatti. Non è dato comprendere per quale oscura ragione il Radicioni, una volta appresi ed accertati i fatti di reato al termine dell’istruttoria interna dallo stesso avviata, non ha ritenuto di sporgere denuncia alla competente Procura nei confronti della maestra!?? Detto ciò, appare più che mai evidente che il Dirigente Radicioni una volta appresi i fatti, anziché informare i genitori dei minori coinvolti come era invece suo preciso dovere, onde consentire loro di agire per la miglior tutela del figlio, ha preferito mantenere la vicenda nell’assoluto segreto relegandola all’interno del proprio Istituto.

Orbene, per tali ragioni non è possibile ravvisare alcun intento diffamatorio nelle dichiarazioni come rese dai genitori miei Assistiti dopo la sentenza penale di condanna della maestra, allorquando esse sono, come indubbiamente deve ritenersi siano, ivi comprese quelle ribadite con la presente, chiaramente espressione del libero e più che mai lecito diritto di critica che in definitiva si è concretizzato nell’esprimere un giudizio negativo sull’operato del Radicioni in quanto i miei clienti rimangono dell’opinione che egli sia responsabile di aver consapevolmente tenuto un comportamento omissivo nei rapporti con i genitori caratterizzato dall’aver mancato, come invece era suo preciso dovere, di informarli dei gravi atti di maltrattamento caratterizzati da violenze fisiche e psichiche perpetrati da una maestra del proprio Istituto scolastico in danno di minori.  Si osserva infine che non risulta che il post del genitore sia stato rimosso!! Ovviamente nell’ipotesi in cui il Radicionì ritenesse di dare corso alle azioni minacciate sporgendo denuncia per il reato di diffamazione nei confronti dei miei assistiti, tale iniziativa verrà valutata ai fini di una denuncia per il più grave reato di calunnia.

Avv. Fabrizio Naspi

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