di Federica Nardi
La porta del chiostro dell’Abbadia di Fiastra si è riaperta stamattina dopo sei mesi dal verdetto di inagibilità di tutto il complesso. Da oggi, grazie alle messe in sicurezza, sono di nuovo visitabili oltre al chiostro anche i due musei (archeologico e del vino, nel piano seminterrato) e il giardino della villa. Il complesso ospitava gli uffici delle fondazioni Giustiniani Bandini e Carima. Nel parco verde e curato non sembra passato un giorno dalla chiusura e, se non fosse per i ponteggi che reggono l’ingresso dalla sala delle Tenute, nemmeno un terremoto.
«Questa messa in sicurezza è il presupposto per avviare i lavori di ripristino dell’agibilità del complesso» ha detto Giuseppe Sposetti, presidente della fondazione Giustiniani Bandini, che ha poi anticipato il progetto: «Capitalizzeremo queste opportunità con ampliamento delle possibilità di utilizzo del palazzo, riorganizzandolo quale polo convegnistico, turistico ed attrattivo. Il palazzo tornerò quindi a essere sede delle fondazioni Giustiniani Bandini e Carima ma anche tornare a essere un centro congressi riorganizzato, efficiente e competitivo. Le sale maggiori saranno destinate a mostre permanenti di arte antica e contemporanea, per valorizzare anche il territorio del cratere. Ci sarà il Museo della memoria, a ricordo dell’uso che dal 1940 al 1943 se ne fece come campo di internamento degli ebrei».
A dare un anticipo sulla tempistica è invece Cesare Spuri, direttore dell’Ufficio ricostruzione regionale. «Cerchiamo strade rapide per arrivare alla conclusione. Il lavoro che è stato fatto fin’ora è di seguire insieme l’avvio della pratica pratica, che ha un’importanza fortissima per tutto l’indotto che crea nel territorio. Nel 2019 sicuramente partiranno i lavori». Il progetto, secondo i calcoli dell’ingegnere Gianfranco Ruffini, dovrebbe essere consegnato «tra gennaio e febbraio. E siccome si procede in accordo con l’Usr i lavori inizieranno probabilmente per la primavera o l’estate dell’anno prossimo». Presenti all’inaugurazione anche il sindaco di Urbisaglia Paolo Francesco Giubileo e quello di Tolentino Giuseppe Pezzanesi, dato che il complesso abbaziale ricade in entrambi i Comuni. E poi il presidente della Provincia Antonio Pettinari, la presidente della fondazione Carima Rosaria Del Balzo Ruiti e l’assessore regionale Angelo Sciapichetti. Un breve discorso per ciascuno, tutti uniti da un leit motiv: la speranza della ripartenza. «Non dobbiamo dividerci – ha detto Pettinari -, lasciamo stare le appartenenze politiche. Abbiamo la responsabilità di riportare questo luogo all’antico splendore». Anche per Sciapichetti la chiave è «la concordia istituzionale. Abbiamo chiesto da un anno e passa, a tutti i governi, la semplificazione delle norme per la ricostruzione. Ma è importante lavorare insieme, perché come dimostra la giornata di oggi possiamo farcela». A benedire la giornata e il primo ingresso delle autorità (presenti anche i rappresentanti della Croce rossa, delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco) è stato il vicario diocesano don Andrea Leonesi. A gestire gli spazi riaperti al pubblico sarà sempre la società Meridiana.
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