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Punto nascita di San Severino:
il Consiglio vota la riapertura

POLITICA - Approvata all'unanimità la mozione che impegna l'amministrazione ad intervenire in tutte le sedi competenti per avere un reparto completo con la specializzazione di neonatologia e con un'unità di cure intensive neonatali

Un momento del Consiglio

Approvata all’unanimità l’altra sera dal consiglio comunale di San Severino, la mozione presentata dai consiglieri di minoranza Mauro Bompadre, Gabriela Lampa e Massimo Panicari, per chiedere all’amministrazione comunale, di impegnarsi nelle sedi competenti, per chiedere la riapertura del punto nascita, chiuso dal marzo 2016, per effetto del riordino voluto dal presidente della Regione Luca Ceriscioli. Al testo è stato aggiunto un emendamento della maggioranza che intende «sostenere e promuovere presso tutte le sedi competenti, un’azione politica che consenta di avere un reparto completo per le nuove nascite, con la specializzazione di neonatologia, garantendo cure mediche complete a mamme e neonati, con un’unità di cure intensive neonatali, evidenziando che l’ospedale di San Severino è baricentrico per il territorio della provincia di Macerata ed avamposto di un vastro entroterra». Nel testo si è ricordata anche la candidatura del nosocomio settempedano, ad ospedale unico provinciale. I consiglieri di minoranza ed il sindaco hanno dibattuto per un’ora e mezza sulla mozione, accordandosi poi per l’aggiunta dell’emendamento ed il voto unanime. «E’ una grande responsabilità, affrontare un argomento di questa portata che ci riguarda tutti, perchè all’ospedale la città è legata da un vincolo che non si può scindere – ha detto Gabriela Lampa- ringrazio il comitato per la difesa dell’ospedale per la costanza e l’impegno nelle attività svolte, è il sindaco il referente naturale delle grandi istanze della popolazione». Ha preso poi la parola Pietro Cruciani: «La chiusura del punto nascita ha penalizzato tutto l’ospedale, sono venute a mancare la guardia anestesiologica e pediatrica, c’è stata troppa accondiscendenza dell’amministrazione Martini verso la Regione, io all’epoca scrissi al ministro Beatrice Lorenzin, ma la scelta di chiedere la deroga spettava alla Regione. La chiusura ha portato difficoltà a Macerata, per l’aumento dei parti, il personale è al collasso, io sono favorevole alla riapertura, ma con quali probabilità di riuscita? Con la chiusura dei punti nascita c’è stato un risparmio di 3 milioni e 200 mila euro, che sono stati destinati al sociale, essendo in difficoltà il bilancio regionale. Mancano i medici, ne servono almeno sette, occorre ripristinare la guardia anestesiologica e pediatrica, mentre la terapia intensiva neonatale è ad Ancona, sarà difficile tornare indietro, mi appello al ministro Grillo».

Ha aggiunto Massimo Panicari: «Ci sono due sciagure, una è quella del terremoto, l’altra è quella politica, da contrastare con ogni mezzo. Martini mise solo uno striscione sulla balaustra del comune, oltre al sisma la politica sta massacrando questi territori, servono i servizi per tamponare l’emorragia di popolazione, a San Severino una volta si veniva per nascere, oggi per morire, non ho nulla contro l’importante servizio dell’hospice». Mauro Bompadre ha chiesto una programmazione complessiva: «C’è un disegno perpetrato in modo scientifico, di svuotamento di questi territori, che ne mette a rischio il futuro, non va lasciato nulla di intentato. Un nemico ce lo abbiamo ed è il presidente della Regione Ceriscioli, ha fatto qualsiasi cosa, come se ce l’avesse con noi, la chiusura del punto nascita è stata una pagina molto dolorosa. Chiedo al sindaco Piermattei di coinvolgere altri sindaci in un’azione comune, mi ricordo il contentino che ci è stato dato, il foglietto sventolato allora da Martini in consiglio comunale, ora la week surgery è una scatola vuota sottodimensionata, ci hanno preso in giro». Ha effettuato un’analisi della situazione sanitaria Francesco Borioni: «In sanità non ci possono essere cittadini di serie A e di serie B, forse sarà difficile ottenere la riapertura, la sanità ha anche problemi con le liste d’attesa, si parla di azienda sanitaria, Maccioni è un commercialista, che fa quadrare i bilanci, l’Organizzazione mondiale della sanità ci ricorda che se si va sotto al 6,5 per cento del Pil per la spesa sanitaria, si blocca tutto, l’Italia è al 6,6 per cento». In un lungo intervento il sindaco Rosa Piermattei ha ricostruito le vicissitudini della chiusura del punto nascita, il ricorso al Tar presentato dall’amministrazione Martini nel 2015, la lettera sempre inviata da Martini a Ceriscioli nel gennaio 2016, per chiedere una deroga alla chiusura. «A luglio scorso abbiamo scritto una lettera al ministro della Sanità Grillo – ha detto Rosa Piermattei – la riorganizzazione dei punti nascita è stata un’operazione contabile. Ora i punti nascita sono dislocati tutti lungo la fascia costiera, agli atti di programmazione non è mai stata allegata una relazione finanziaria sui costi ed i risparmi derivanti dalla chiusura di San Severino, o dal suo eventuale mantenimento. Inoltre la Regione promuove il parto domiciliare, con una legge mai abrogata, in contrasto con la conservazione dei punti nascita. Il reparto di San Severino, per la professionalità dell’equipe è diventato un grande riferimento per una vasta area territoriale interna, con mamme di oltre ventuno comuni delle province di Ancona, Fermo e Macerata, fino a prima della chiusura nascevano oltre seicento bambini l’anno, apprezzo la mozione, ma aggiungo un respiro più ampio, ricordando la candidatura di San Severino ad ospedale unico provinciale».

 

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