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Tagli all’emittenza privata,
l’allarme del Corecom: «A rischio i media locali
e migliaia di posti di lavoro»

RADIO E TV - La Manovra di Bilancio decurta a più della metà i contributi statali trasferiti alle testate giornalistiche regionali e provinciali. L'appello del presidente del Comitato regionale per le comunicazioni delle Marche, Carnaroli, a «respingere l'attacco all'informazione locale»

Il presidente del Corecom Marche, Cesare Carnaroli

 

Taglio ai contributi all’emittenza locale, il presidente del Corecom Marche, Cesare Carnaroli, lancia l’allarme: «A rischio la vita di molte testate giornalistiche, in particolare quella delle tv e radio locali, e migliaia posti di lavoro».

A decurtare le risorse nazionali trasferite all’emittenza regionale e provinciale la Manovra di Bilancio. «Il rischio di chiusura di molti media locali è un rischio reale – specifica Carnaroli – che è una conseguenza dell’approvazione della legge di Bilancio. Nell’incontro organizzato nel novembre scorso dall’ordine dei giornalisti Marche – continua Carnaroli – e nell’incontro a Roma del 19 dicembre nella sede dell’Agcom, l’Autorità nazionale garante nel settore delle telecomunicazioni, in occasione della premiazione delle tv private che avevano partecipato al concorso “TV di comunità”, tutti gli interventi avevano stigmatizzato il pericolo di una scomparsa di gran parte dei media locali, confidando altresì sulla possibilità di un ripensamento da parte del Governo. Invece l’operazione condotta dall’Esecutivo nazionale con la Manovra non solo accentra in poche testate l’informazione ma procurerà una perdita di posti di lavoro che la categoria dei giornalisti e degli addetti del settore pagherà duramente.

Il presidente del Corecom riprende i dati diffusi dall’ex senatore e giornalista, Vincenzo Vita, in un suo articolo su “Il Manifesto” che prevedono, secondo quanto stabilito dal Dpr n. 146 del 2017, un passaggio da 117 a 50 milioni di contributi (più 12,5 che però sono a favore della cosiddetta pubblicità incrementale, ossia gli sgravi fiscali per inserzionisti). La quota dedicata alle radio e televisioni nel fondo per il pluralismo è eliminata a partire dal 2020. «Le conseguenze – elenca il presidente del Corecom – sono disastrose e preoccupanti: scomparsa di un numero considerevole di emittenti televisive, in pratica da 300 a una cinquantina, con la previsione solo di un piccolo risarcimento per la chiusura, e rischio di una forte ed inevitabile disoccupazione, in un settore che conta 4mila addetti di cui almeno 2mila giornalisti. Il Corecom – conclude Carnaroli – garante del pluralismo dell’informazione locale, non può che dissentire radicalmente dai provvedimenti legislativi del Governo e invita le istituzioni locali ed il Consiglio regionale delle Marche, nella persona del presidente Antonio Mastrovincenzo, ad attivarsi nelle forme più opportune per respingere questo attacco all’informazione locale ed alla democrazia di questo Paese».

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