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Salvata dalla prostituzione,
la sua vicenda commuove l’Italia:
il maggiore Marinelli la liberò dagli aguzzini

LIETO FINE - La ragazza ha raccontato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella quello che le era successo a Montesilvano, dove all'epoca era in servizio l'attuale comandante della Compagnia di Civitanova. Dopo averla aiutata arrestò chi la sfruttava

Il maggiore Enzo Marinelli, comandante della Compagnia di Civitanova

 

Dalla strada e dalle sevizie ad esempio davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La storia di Stefania, ex prostituta, ha commosso Mattarella e l’Italia. La giovanissima ragazza bulgara lo scorso 8 marzo ha raccontato il calvario vissuto a Montesilvano. Era il 2012 quando la ragazza, poco più che maggiorenne era stata adescata e condotta in Italia e costretta a prostituirsi. A salvarla dai suoi aguzzini che la picchiavano, la seviziavano arrivando a strapparle i capelli e lembi di carne l’allora capitano dei carabinieri Enzo Marinelli, oggi maggiore e comandante della Compagnia di Civitanova. Prima di arrivare a Civitanova nel 2014 infatti, Marinelli era in servizio alla Compagnia di Montesilvano. Qui una delle attività portate avanti era proprio legata alla lotta alla prostituzione, su strada e nelle case di appuntamento illegali. Una decina le donne strappate ai loro sfruttatori, fra queste anche Stefania. In questi giorni l’incubo che ha vissuto è tornato d’attualità dopo che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l’ha incontrata in occasione dell’8 marzo. La giovane donna, sottratta ai suoi aguzzini, è stata poi ospitata in una comunità di accoglienza e qui giorno dopo giorno ha provato a ricostruire la propria vita nonostante l’orrore subito. «Mi hanno tagliato le orecchie, strappato i capelli. Porto i buchi, nella mia pancia: mi ci saltavano sopra, coi tacchi a spillo» ha raccontato la giovane spiegando come venisse seviziata perchè non guadagnava abbastanza. Dopo la liberazione di Stefania, il maggiore Marinelli era riuscito anche ad arrestare i suoi aguzzini, due persone, un uomo di origine albanese e una donna romena, sgominando una banda che operava a Venezia e Padova e che si era trasferita a Montesilvano.

(l. b.)

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