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Buono come il pane di Francesca,
premiata dalla guida Gambero Rosso

SENIGALLIA - Dalla laurea in Giurisprudenza, all'apertura di una sua panetteria, fino al conferimento delle '3 pagnotte' da parte della prestigiosa rivista. A 34 anni la Casci Ceccacci, titolare di 'Pandefrà', è stata anche apprezzata dallo chef Mauro Uliassi che ha deciso di portare i suoi lievitati sulle tavole del ristorante stellato

Francesca Casci Ceccacci

 

di Francesca Marsili

Al centro di quella fontanella fatta di acqua e farina dove da piccola infilava le manine per impastare assieme a sua nonna, aveva nascosto un piccolo grande sogno. Dopo la laurea in giurisprudenza, la trentaquattrenne senigalliese Francesca Casci Ceccacci, lascia il suo impiego sicuro in una multinazionale e sceglie di cambiare vita per seguire la sua grande passione: sfornare un pane agricolo che sia il più possibile vicino a quello di un tempo. Si chiama “Pandefrà” il nuovo mondo di Francesca, si trova a Senigallia e produce un pane stellato che si è già guadagnato “3 pagnotte”, il massimo riconoscimento nella prestigiosa guida del Gambero Rosso. “Sin dall’infanzia, ho sempre avuto la sensazione di avere davanti a me, due percorsi paralleli: uno che seguiva le aspettative familiari, quella degli studi in scienza del diritto, l’altro, che conduceva ad un sogno, quello che neppure sapevo di stare già percorrendo, legato all’amore per il cibo trasmessa dai miei nonni” racconta Francesca.

La sua idea era quella di riportare il pane e la sua fragranza al centro della tavola utilizzando farine locali e grani dimenticati: “Conosco personalmente i miei fornitori, chi ha coltivato e macinato la farina. Dentro ogni pezzo di pane c’è una storia, ma c’è soprattutto il percorso che mi ha portata ad essere totalmente un’altra persona, al punto di lasciare il lavoro in una grande azienda per iniziare una nuova vita da fornaia”. Nel 2010 si laurea in giurisprudenza a Bologna e decide di trasferirsi a Torino dove consegue un Master in controllo qualità degli alimenti. Li si ferma per iniziare a lavorare come responsabile qualità in una grande multinazionale della ristorazione per le mense scolastiche: oltre centotrenta dipendenti per quattromila pasti al giorno. “Inizialmente ho avuto l’impressione di essere riuscita a far convergere le mie due strade già tracciate: lo studio e la passione per il cibo, ma a poco a poco, mi sono resa conto di quanto quel mondo fatto di numeri di matricola e prodotti standardizzati, fosse distante dalle mie radici, mancava il rispetto per la materia e soprattutto non c’era attenzione per gli utenti ovvero i bambini i quali si nutrivano di alimenti preconfezionati. Ero diventata uno strumento nelle mani della grande distribuzione, in antitesi ai principi con cui i miei nonni mi avevano cresciuta e nel 2015, dopo aver firmato un contratto a tempo indeterminato sono scappata per ritornare a Senigallia”. Qui, Francesca ha la sua prima esperienza con i lievitati, lavorando per tre anni in un’azienda agricola locale che produceva e macinava cereali e dove lei si occupava di organizzare e sviluppare il laboratorio di panificazione.

“Non avevo praticamente alcuna esperienza con il pane, ma non avevo nemmeno paura. Per la prima volta avevo a disposizione tutta la filiera; producevamo il cereale, lo macinavamo e, nel piccolo laboratorio, sfornavamo pagnotte. Iniziavo a scoprire nel pane tutta me stessa”. Frequenta corsi, studia tanto e sempre più Francesca trova conferma che “fare il pane” riunisce ora tutte le sue più grandi passioni: rispetto delle filiere produttive, approccio scientifico e soprattutto la libertà e giorno dopo giorno si innamora sempre di più della sua seconda vita. Un anno fa la giovane si butta: lascia l’azienda agricola e apre il suo panificio a Senigallia con un messaggio ben preciso. Nella sua Hardcore bakery come ama definire il suo regno, c’è una filiera, c’è l’amore per la terra e c’è soprattutto rete, quella che vede coprotagonisti proprio gli agricoltori ed i mugnai che lei stessa sceglie accuratamente per sfornare un pane oltre che buono anche ecosostenibile. Nel suo forno Francesca ha investito tutti i suoi risparmi ed ha iniziato a produrre un pane che fosse completamente “suo”, cento per cento autentico come quello che mangiava da bambina. Il laboratorio è grande, il negozio è piccolo perché: “perché il pane non deve stare sugli scaffali, ma sul piano di lavoro, di cottura e di riposo e poi sulle tavole”.

A fine Giugno di quest’anno Francesca Casci Ceccacci ottiene un riconoscimento unico nelle Marche. La prestigiosa rivista Gambero Rosso, le assegna la massima valutazione:“3 pagnotte” da inserire nella prima guida dei migliori panificatori premiandola a Roma di fronte ai migliori esperti, giornalisti e gourmet nazionali ed esteri. A Senigallia Francesca, viene recentemente notata anche da Mauro Uliassi ( tre Stelle Michelin col suo ristorante Uliassi) che si innamora del suo pane e decide di portarlo sulle tavole del suo prestigioso ristorante. Un incontro quello tra Uliassi e la giovane Casci Ceccacci che con grande soddisfazione le ha fatto confessare “ E’ stato il momento in cui ho sentito davvero che qualcuno aveva capito ciò che stavo cercando di fare e di trasmettere”.

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