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Scossicci, i balneari alzano la voce:
«Qui siamo abbandonati
Meglio andare con Loreto»

PORTO RECANATI - Il lungomare Nord preoccupato per il futuro turistico e per l'inizio della stagione estiva potrebbe chiedere di migrare di Comune. Il comitato: «Siamo terra di nessuno, la strada da novembre ancora non è stata riparata, mancano le ciclabili, i marciapiedi sono disastrati, la spiaggia erosa. Eppure accogliamo la maggior parte dei turisti»

 

I danni della mareggiata di novembre

 

di Marco Ribechi

Scossicci chiederà di essere annessa a Loreto. Potrebbe essere questo l’epilogo della battaglia trentennale per la difesa della costa impugnata dal quartiere di Porto Recanati, fatta soprattutto di domande al vento. Il comitato Scossicci Lungomare Scarfiotti infatti è tornato a riunirsi in vista della stagione estiva, ma l’appuntamento, più che una reale programmazione, sembra una conta dei danni. «La stagione estiva è già iniziata e come ogni anno gli operatori turistici di Scossicci si trovano a dover fare i conti con annosi problemi irrisolti ormai da troppo tempo e da altrettanto dimenticati – dice Enzo Ascani, presidente del comitato – il litorale Nord è ancora privo di scogliere a protezione della costa e tanto meno di un progetto per reperire i fondi. Il ribasso d’asta di cui si è tanto parlato, non basterebbe a realizzare i lavori per evitare che le spiagge subiscano ulteriori danni. Siamo ridotti all’osso, impossibilitati all’accoglienza dei turisti come si dovrebbe, se questo è il destino a cui ci abbandona la nostra città allora chiederemo l’annessione al comune di Loreto».

La spiaggia di Scossicci

Ed è proprio al sindaco Roberto Mozzicafreddo e all’assessore regionale Moreno Pieroni che si rivolgono gli appelli del comitato, poiché evidentemente i problemi sono sia sul piano dell’amministrazione locale che regionale. «Scossicci è la zona più ricettiva di Porto Recanati – proseguono i membri del comitato – capace di accogliere migliaia di turisti. Nonostante questo, è considerata la terra di nessuno, esclusa da qualsiasi tipo di evento organizzato per il centro del paese, da progetti di riqualificazione e dalle ordinarie manutenzioni. Ghettizzata e volutamente lasciata all’abbandono. Non vengono fatti lavori di manutenzione stradale, non sono mai stati intrapresi i lavori di riparazione del marciapiede e della strada distrutti dalla mareggiata dello scorso novembre. Si tratta di una via molto trafficata ed una simile condizione mette gravemente a repentaglio la sicurezza dei passanti e di chi ama fare jogging sul lungomare, senza considerare che, stringendosi la carreggiata, si alza la probabilità di incidenti e si diminuiscono i parcheggi auto già inesistenti. Ad aggravare la situazione manca l’illuminazione lungo il tratto danneggiato. I marciapiedi sono sporchi, dissestati, senza cestini per la raccolta rifiuti e le staccionate per la maggior parte rotte e pericolanti».

Un balneare colpito

Oltre alle infrastrutture urbane i problemi sono anche di altra natura. «Le spiagge libere, (o quello che ne rimane), versano in uno stato di totale degrado: prive di docce, di servizi igienici, di accessi e ad oggi non ancora ripulite dai rifiuti portati dal mare. Non presentano nessun tipo di cartellonistica all’ingresso riguardante le norme da tenere a fronte dell’emergenza Covid. Manca – continua il comitato – una pista ciclabile degna di essere definita tale e che permetta di collegare Porto Recanati alle altre cittadine costiere (Numana, Sirolo), in sicurezza, passando nell’entroterra e collegandosi a quella già esistente di Marcelli lungo il fiume. L’attuale pista ciclabile è talmente stretta da non permettere il passaggio di due biciclette; il doppio senso in un metro è impensabile soprattutto considerando che è radente ad una strada ad altra percorribilità, priva di dossi e di controlli della velocità. Per questo i ciclisti non ne usufruiscono. Se questi interventi verranno procrastinati per altro tempo, le risorse economiche necessarie per potervi fare fronte saranno sempre più gravose. Servono progetti da condividere, tavoli di lavoro per restituire fiducia ai commercianti che in una situazione come questa non si sentono più spinti ad investire nella zona. Tutto questo a discapito dell’economia del paese: la stagione turistica garantisce posti di lavoro ad innumerevoli famiglie».

 

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