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Addio a Giorgio Pelomoro,
operatore Cai con le montagne nel cuore

FABRIANO - E' deceduto per malattia ieri sera a soli 45 anni all'ospedale 'Profili'. Nel 2016 era stato tra i pionieri dell'apertura del 'Sentiero della Carta'. Domani i funerali nella chiesa parrocchiale di Cupo

Giorgio Pelomoro

 

 

Se n’è andato in silenzio, con discrezione come era nel suo stile, consumato da una malattia senza cura e con il desiderio intimo di poter respirare ancora il profumo dei sentieri, delle vette che tanto amava. E’ morto a 45 anni, ieri sera all’ospedale ‘Engles Profili’, Giorgio Pelomoro, guida del Cai di Fabriano. La frazione di Cupo dove risiedeva con i familiari, lo saluterà domani, 6 gennaio, alle ore 15 nella chiesa parrocchiale prima di accompagnarlo per la sepoltura al cimitero di Melano. La salma è stata composta nella Casa Funeraria Infinitum di Via Pietro Nenni, 1/c di Fabriano, aperta alle visite da oggi pomeriggio. Tanti i messaggi di affetto ricevuti in questi ore dai genitori del 45enne, Franco e Gina, dal fratello Diego con la moglie Sonia, dalla nipote Emma. Un ‘ragazzo’ che non si arrendeva mai, di poche parole, sensibile e rispettoso dei ritmi della natura, con una passione immensa per la montagna, e anche per questo la famiglia ha chiesto di ricordarlo con opere di bene, non con fiori. Un cuore grande che gli riconoscono anche gli amici del Club alpino italiano. «Giorgio faceva parte del Cai e si occupava attivamente dei sentieri. La sua scomparsa è un dolore immenso, ci mancherà tanto» scrivono in un post. Anche l’associazione ‘Fabriano Storica’ si unisce al cordoglio per la sua morte ricordando che «nel 2016 Giorgio era stato tra i pionieri dell’apertura del “Sentiero della Carta”». Nel porgere le condoglianze ai suoi affetti, altri amici auspicano per lui «sentieri meravigliosi nel tuo nuovo e prematuro cammino» rammentando «tutto l’impegno che avevi messo nella ripulitura dei sentieri e a tutto il tuo amore per la montagna» e assicurando l’impossibilità di dimenticare «una splendida persona, di quelle che ti rimangono dentro, nel cuore».

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