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Le parafarmacie chiamano la Regione:
«Con noi 18mila vaccini in più al mese»

SANITA' - La rete delle Marche si rende disponibile per dare sostegno al piano vaccinale, la referente Daniela Clini: «Possiamo svolgere questa funzione per aiutare i cittadini, chiediamo di essere coinvolti»

 

Parafarmacia

Una parafarmacia

 

di Marco Ribechi

Vaccinare più persone nel minor tempo possibile. E’ con questo obiettivo che le parafarmacie delle Marche (Fnpi, Federfardis, Mnlf e Culpi) desiderano offrire aiuto alle autorità regionali per accelerare i tempi il piano vaccinale.  «Con l’incalzare delle varianti al Covid-19 e la pessima situazione dei contagi nelle Marche è chiaro a tutti che la priorità è fare presto – spiega Daniela Clini, rappresentante regionale della Federazione Nazionale Parafarmacie Italiane, Movimento Nazionale Liberi Farmacisti e FederFarDis – La proposta permetterebbe di vaccinare circa 25mila persone in più ogni giorno sul territorio nazionale, calcolandone cinque per ognuna delle oltre 4.700 parafarmacie operanti in Italia».

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Daniela Clini

Stando a questi dati nelle Marche, sulla base delle parafarmacie presenti, si potrebbe prevedere oltre 600 vaccinazioni al giorno, 18mila al mese. «Abbiamo sottoposto questo progetto all’attenzione delle autorità regionali – prosegue Clini – così com’era accaduto per la richiesta di effettuare test sierologici e tamponi rapidi antigenici. Speriamo di essere ascoltati dalle autorità al fine di aumentare le possibilità per i cittadini di vaccinarsi in luoghi sicuri vicino alla propria abitazione. Ricordiamo che nelle parafarmacie è previsto l’obbligo della presenza di un farmacista iscritto all’albo come in farmacia». La proposta sarebbe quindi facile esecuzione: «Basta considerare le parafarmacie presenti su tutto il territorio regionale dei siti logistici territoriali integrati nel piano di vaccinazione regionale – conclude Clini – ove porre un vaccinatore individuato dall’ASL di competenza, il quale, sotto la supervisione di un medico, effettua le vaccinazioni. È necessario ristabilire le giuste priorità tra le categorie a rischio e mettere in sicurezza la popolazione in tempi rapidi, anche per evitare un’ulteriore aggravio della crisi economica».

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