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Carabiniere si toglie la vita
con un colpo di pistola

ANCONA - La tragedia ieri sera a Collemarino. Aveva 55 anni, lascia moglie e figlio. Non sono stati trovati biglietti per giustificare il gesto. Il sindacato Unarma: «Il dolore è immenso, è un giorno tragico»

Carabinieri e 118 (foto d’archivio)

 

L’hanno trovato all’interno della propria auto, privo di vita. Vicino a lui la pistola di servizio utilizzata, questo dicono gli inquirenti, per togliersi la vita. Tragedia nella notte a Collemarino. A perdere la vita con un gesto volontario un carabiniere di 55 anni. Lascia moglie e figlio. La notizia, appena diffusasi, ha lasciato senza parole l’Arma provinciale. Il militare non ha lasciato biglietti o altri elementi utili a comprendere l’estremo gesto. Da quanto appreso, ieri sera il 55enne è uscito di casa attorno alle 22 salutando la moglie. Nulla faceva pensare a quello che sarebbe avvenuto di lì a poco. Il carabiniere, da oltre trent’anni in servizio nell’Arma, ha preso l’auto e ha raggiunto il quartiere di Collemarino. Qui ha parcheggiato e – stando a quanto ricostruito dai suoi stessi colleghi intervenuti sul posto una volta avvenuta la tragedia – si è puntato contro il petto la pistola. E’ stata la moglie, non vendendolo tornare a casa, a lanciare l’allarme. Il corpo senza vita del 55enne è stato rinvenuto attorno alle 2. «E’ un giorno tragico e struggente quello in cui dobbiamo dire addio a un amico, ancor di più se a portarcelo via sono fardelli che pesano silenziosamente sull’anima – dice in una nota Paolo Petracca, segretario generale regionale Unarma -, fino a schiacciare sotto il loro peso quell’anelito di vita che ci spinge ad andare avanti, sia pur fra mille difficoltà, in questo nostro lavoro delicato e difficile. E oggi viviamo attoniti un altro dramma, un altro ancora, mentre ci lascia l’ennesimo collega che non ce l’ha fatta. Il pensiero corre subito alla sua famiglia, cui ci stringiamo solidali e commossi, e a questa nostra grande famiglia dell’intero comparto sicurezza e difesa, che in un’interminabile ecatombe silenziosa perde uno dopo l’altro tanti suoi figli». Petracca dice ancora: «In questi momenti di lutto cercare di capire è necessario, ma purtroppo drammaticamente tardivo. Il dolore è immenso, i dubbi lacerano, il senso di impotenza atterrisce. Specie di fronte a un fenomeno che fra le forze armate e di polizia esprime numeri agghiaccianti, con ben 258 suicidi in 5 anni».

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