«Comunichiamo a tutta la cittadinanza, con un ringraziamento particolare a quanti ci hanno sostenuto, che il Tar ha respinto la nostra istanza, ritenendo legittimo il pronunciamento del Comitato dei Garanti sull’inammissibilità della proposta referendaria. Ribadendo la nostra identità eterogenea ed apartitica, che ci ha portato a lottare strenuamente per l’affermazione di un’idea di democrazia diretta largamente condivisa da molti concittadini, accogliamo tale notizia con senso civico e nel pieno rispetto dell’organismo chiamato a giudicare». Commentano così la decisione dei giudici amministrativi di Ancona, non senza una punta di amarezza, i promotori del Comitato referendario ‘Piazza Libera’ che nello scorso mese di marzo avevano depositato l’impugnativa per chiedere che fosse legittimata la consultazione degli jesini sulla accettazione del legato testamentario di Cassio Morosetti. Nelle suo ultime volontà il fumettista benefattore ha disposto il lascito di 2 milioni di euro al Comune di Jesi per traslare la fontana dei leoni con l’obelisco da piazza Federico II a piazza della Repubblica, pena la donazione del fondo a due onlus: l’associazione Del Pane Quotidiano di Milano e la Lega del Filo d’Oro di Osimo. Il Comitato‘Piazza Libera’ si è sempre detto contrario all’operazione di trasferimento del monumento.
«Resta assolutamente viva la convinzione che l’atto amministrativo adottato dal Comune di Jesi avesse le connotazioni dell’atto amministrativo generale, perché evidentemente diretto ad incidere sugli interessi pubblici dell’intera comunità cittadina e pertanto potesse, e dovesse, essere sottoposto al vaglio della città. Non sarà così. – sottolineano nel loro comunicato i promotori del referendum- Resta però la convinzione di una giusta battaglia popolare condotta da cittadini che si sono fatti carico di affrontare da soli, anche economicamente, un contesto spigoloso e difficile. Anche per questo fa piacere che sia lo stesso Tar, contrariamente a quanto eccepito dal Comune di Jesi, ad aver valutato la nostra azione assolutamente legittima, affermando sia la sua competenza nel decidere, che l’indubbio interesse normativo della questione posta al suo esame. Il collegio giudicante ha sottolineato motivi di assoluta peculiarità e di novità nelle questioni che si sono sollevate con il ricorso. Tutti dati tecnici che confermano come la questione avesse pertanto evidenti complessità persino tecnico giuridiche. Un dato questo che marca ancor di più lo stridore di quello che è il vero nodo irrisolto della questione: quello politico amministrativo. Un vuoto politico che ha inghiottito l’intero percorso e che ad oggi rimane evidente ed incolmato, pur nel mancato accoglimento del ricorso».
Il Comitato referendario, composto da Giampiero Carducci, Andrea Pieralisi, Stefano Bornigia, Andrea Antolini, Gabriela Cantarini. Antonella Nicoletti, Claudia Lancioni, Marco Giampaoletti, Stefania Loreti e Roberto Vecci evidenzia ancora amarezza e perplessità per le decisioni adottate dalla Giunta e dal Consiglio comunale di Jesi,«le quali esprimono una modalità di esercizio del potere che, da un punto di vista etico, continua ad apparirci controversa e assai discutibile, oltreché divisiva da un punto di vista sociale.Una brutta pagina per la nostra città. – chiude la nota – Pertanto, resta intatto l’orgoglio di una battaglia politica cittadina affrontata con piena determinazione e responsabilità, che continueremo a preservare e manifestare correttamente e coerentemente come sempre abbiamo fatto». Intanto nel rispetto del conto alla rovescia imposto dal lascito testamentario (luglio 2021) i lavori per lo spostamento della fontana dei leoni e dell’obelisco sono pressocchè conclusi in piazza della Repubblica, mentre Piazza Federico II è tornata rimasta spoglia. Nelle ultime settimane i commenti social si sono concentrati sulla presunta pendenza dell’obelisco rispetto al piano del teatro Pergolesi assimilandola, tra le varie boutade, a quella della torre di Pisa.
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