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Zona bianca e sigilli ai locali, il questore:
«Facciamo solo rispettare le regole»

L'INTERVISTA - Per alcuni pubblici esercizi la causa di chiusura è da addebitare agli assembramenti o alla mancanza di mascherine da parte dei clienti, per altri all’irregolarità di licenze o di permessi. Giancarlo Pallini spiega qual è la finalità dei provvedimenti che firma: «In questa fase è difficile trovare l’equilibrio perché ancora non siamo fuori dall'emergenza sanitaria ma allo stesso tempo è stato assicurato un certo margine di libertà. L’intelligenza sta nel capire dove c’è un rischio effettivo»

Il questore di Ancona, Giancarlo Pallini

 

di Alberto Bignami

Sono diversi i locali pubblici che, quale prima o quale durante l’inizio della stagione estiva, sono stati chiusi con provvedimento del questore, non solo ad Ancona ma anche nella provincia.
Per alcuni la causa è da addebitare agli assembramenti o alla mancanza di mascherine da parte dei clienti; per altri all’irregolarità di licenze o di permessi.
A controllare che tutto avvenga nel rispetto delle regole è la polizia che adotta poi il provvedimento del questore di Ancona, Giancarlo Pallini.

Signor questore: come coniugare la voglia di divertimento con la sicurezza?
«Il punto base è cosa si intende per divertimento. È un concetto variabile che può essere interpretato in maniera più esagerata da qualcuno e più contenuta da altri. Il giovane magari è più portato a trasgredire delle regole e ciò lo porta al confine con l’illegalità. Se i pubblici esercizi vanno dietro alla clientela e per soddisfarne la richiesta esagerano anche loro e infrangono le regole, ciò ci impone di intervenire sul pubblico esercizio. Devo rimarcare la buona collaborazione con la Polizia Locale con la quale facciamo diversi servizi anche per unire le forze e ottenere un risultato maggiore. Nel caso dello stabilimento balneare a Palombina per esempio, mancavano invece delle autorizzazioni e licenze.»

Dopo il lungo periodo di lockdown, quanto è difficile riuscire a far rispettare le regole?
«La chiusura delle attività per molti mesi ha determinato un giusto desiderio di riguadagnare, da parte di chi esercita attività imprenditoriale – e allo stesso tempo da parte dei giovani o meno giovani – di riprendere una vita normale che tutti ci auguriamo torni quanto prima. In questa fase è difficile trovare l’equilibrio, perché ancora non ne siamo fuori ma allo stesso tempo è stato assicurato un certo margine di libertà. In questi casi, l’intelligenza sta nel capire dove c’è un rischio effettivo e dove invece c’è la possibilità di svolgere un’attività di svago in sicurezza.»

A chi pensa che lei stia usando il pugno duro, cosa risponde?
«A dispetto delle regole, credo che l’autorità di pubblica sicurezza, questo è il mio ruolo, non debba usare il pugno duro bensì l’intelligenza nel rispettare le regole. Ci sono, qualcuno le può discutere, ma siamo in una società dove si stabiliscono delle regole per evitare l’illegalità e il nostro dovere è farle rispettare. Non andiamo mai oltre le disposizioni normative. Non voglio io e non vogliamo noi come Polizia di Stato fare degli abusi ma soltanto, ripeto, fare rispettare le regole.»

Il motto della polizia, non a caso è: sub lege libertas….
«Esattamente. Nel campo del commercio chi rispetta le regole potrebbe dover fronteggiare una concorrenza sleale da parte di chi non le rispetta e ottiene dei guadagni mentre chi le vuole rispettare poi rimane nelle… retrovie. Non è giusto. Non guardiamo la sanzione fatta a chi viola la regola, ma guardiamo le centinaia e migliaia di gestori che rispettano le regole e che svolgono correttamente la loro attività. Noi dobbiamo tutelare la loro voglia di rispetto delle regole.»

Il Prefetto, nei giorni scorsi, ha rimarcato l’importanza di «custodire la zona bianca.» Quanto è importante questa ‘libertà’, e quanto e come vi impegna questa missione?
«È essenziale, perché dobbiamo uscirne quanto prima. Ciò potrà avvenire soltanto se si svolge un’attenta opera di sensibilizzazione, di controllo, di verifica e di presenza sul territorio. Dalla zona bianca dobbiamo passare a quella ancora più sbiadita e non invece fare un passo indietro, che porterebbe a conseguenze più difficili da gestire rispetto a prima perché quando si va verso un miglioramento e poi si torna indietro, anche nel sentimento comune c’è una frustrazione perché si pensa “ma allora non ne usciremo mai?” Bisogna assolutamente evitare questo abbattimento morale.»

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