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Un letto fluidizzato per il trattamento
post operatorio dei pazienti

ANCONA - E' stato donato alla Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di Torrette dalla famiglia di un ragazzo mieloleso di 19 anni. La struttura consentirà di assistere nel miglior modo possibile degenti che devono affrontare un gravoso percorso al termine di delicati interventi chirurgici

Il letto fluidizzato

 

Donato un letto fluidizzato alla Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell’ospedale di Torrette da parte di Francesco Tavassi e Cira De Rosa genitori di Alfonso, ricoverato in passato in Clinica. Con la famiglia Tavassi erano presenti il Gian Luca Gregori, rettore dell’Università Politecnica delle Marche, Giovanni Di Benedetto, direttore della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva, Michele Caporossi, dg degli Ospedali Riuniti, Marcello D’Errico, preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Alessandro Scalise, responsabile SOS “Ferite Difficili e Chirurgia Rigenerativa” e Marisa Carnevali della Fondazione Ospedali Riuniti Ancona. La donazione, avvenuta tramite la Fondazione Ospedali Riuniti, esprime il ringraziamento della famiglia per le cure ricevute presso la struttura. Si tratta di uno strumento a tecnologia di fluidizzazione particolarmente necessario alla assistenza post-operatoria di chi subisce interventi come quello ricevuto da Alfonso Tavassi. L’adozione di un letto fluidizzato permette di trattare pazienti mielolesi portatori di lesione da pressione. La Clinica ora avrà due letti con questa tecnologia innovativa e si potranno trattare anche pazienti con ustioni di media gravità, gestire i grandi obesi e pazienti in generale che debbano sostenere periodi post-operatori particolarmente delicati in rapporto al carico sui tessuti (linfedemi, immobilizzazioni prolungate post trauma). Questa nuova tecnologia attualmente in Italia è presente solo in 14 centri di chirurgia plastica, centri ustione o Centri Ferite Difficili e solo in 4 sono presenti due o più letti. Con l’adozione di questa ulteriore innovazione i pazienti potrebbero tornare a sedersi o appoggiare le zone trattate con lembi, innesti, materiali come i sostituti dermici dopo solo 40 giorni. Alfonso Tavassi ha 19 anni, mieloleso a causa di un incidente stradale, è stato ricoverato in Clinica e operato dal prof. Alessandro Scalise e dalla equipe della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva di Ancona,  il 28 gennaio 2020. L’intervento era particolarmente complesso ed è perfettamente riuscito. Dopo questa esperienza Francesco Tavassi e Cira De Rosa, attraverso la loro azienda hanno deciso di destinare la somma di 50mila euro alla Fondazione Ospedali Riuniti Torrette di Ancona per l’acquisto di un ulteriore nuovo letto specializzato. «L’impegno e la solidarietà di singole persone e delle imprese, per offrire strumentazioni nuove ad una struttura sanitaria – afferma il rettore Gian Luca Gregori – assumono un grande valore soprattutto oggi in cui la complessa situazione economica ha reso più evidenti le disuguaglianze. La donazione della famiglia Tavassi mostra non solo un sentimento di gratitudine ma anche il proprio impegno sociale affinché assistenza e cura possano essere più agevoli e forniti ad un numero maggiore di pazienti. Accanto alla solidarietà l’università non farà mancare la ricerca, uno strumento fondamentale per offrire ai pazienti soluzioni terapeutiche sempre più innovative».

La famiglia Tavassi

«La donazione di questo importante presidio sanitario di ultima generazione ci permette di poter trattare in maniera ancora più efficace, nel periodo post-operatorio, pazienti affetti da para- o tetra-plegia, causa nel lungo periodo di ulcere da pressione – afferma il prof. Giovanni Di Benedetto, direttore della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. La generosità della famiglia Tavassi, che ringrazio nuovamente per la disponibilità e l’estrema sensibilità dimostrata, ha, fra l’altro, posto le basi per avere un secondo letto a tecnologia fluidizzata, il che permetterà di poter trattare in contemporanea due pazienti, raddoppiando il turnover degli stessi». «Il magnifico gesto di solidarietà della famiglia Tavassi offre a noi – afferma il dg Caporossi – oltre al beneficio tangibile che ne avranno i pazienti, l’opportunità di presentare all’estero il grande sviluppo di competenze, di qualità, di efficacia pratica che il prof. Di Benedetto e la sua équipe hanno saputo conferire alla Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva». Il prof. Marcello D’Errico, preside Facoltà di Medicina, particolarmente emozionato per questa iniziativa ringraziando la famiglia Tavassi ha affermato: «dobbiamo essere particolarmente orgogliosi di vivere in questo Paese dove convivono volontariato, Fondazioni e un servizio sanitario nazionale tra i migliori al mondo, testimoniato dai colleghi della Clinica di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva che ringrazio». «L’appuntamento di oggi non è casuale – afferma il prof. Alessandro Scalise, responsabile SOS Ferite Difficili e Chirurgia Rigenerativa – ma legato alla generosità della famiglia di Alfonso e nato da un’idea dove pubblico e privato si incontrano per scopi benefici che vanno oltre interessi privati. Sono 2000 le persone all’anno che accedono alla Clinica per questi problemi, abbiamo costruito negli anni una rete di professionisti per la cura di questi pazienti, formandoli attraverso il master dell’Università Politecnica delle Marche». Marisa Carnevali, presidente della Fondazione Ospedali Riuniti Ancona ricorda una bellissima storia: «eravamo in piena pandemia, nel pomeriggio del 31 marzo 2020, quando arriva una mail dalla famiglia Tavassi che ci informava della volontà di donare all’ospedale un nuovissimo letto fluidizzato di ultima generazione, necessario alla assistenza post operatoria di persone con lesioni gravi e difficili, non solo per il loro figliolo, ma per quanti ne avessero necessità. Ed è stato in questo momento che abbiamo capito che potevamo guardare anche ‘oltre’ il Covid». Francesco Tavassi, padre di Alfonso e presidente di Temi SpA, capofila di un gruppo di trentennale eccellenza nei trasporti internazionali, nella distribuzione e nella logistica. «La promozione del diritto alla salute sia impegno prioritario della responsabilità sociale delle imprese. Infatti, abbiamo risposto con convinzione all’appello delle istituzioni a mettere a disposizione i nostri stabilimenti come possibili hub vaccinali per le nostre comunità aziendali e per quelle che abitano i territori sui quali le nostre attività insistono. Il frangente pandemico ci ha ricordato il valore assoluto della ricerca e dello sviluppo delle tecnologie medicali, da patrocinare nell’ambito Sanità Pubblica, perché l’accesso al livello più avanzato delle cure sia garantito a tutti».

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