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«Marche: oltre 1 milione di contribuenti,
al nono posto nazionale per evasione»

ANALISI della Uil regionale: «Il reddito disponibile delle famiglie si è ridotto di circa il 2% nel 2020 ma già prima della pandemia il reddito era inferiore del 3,2% rispetto a dieci anni prima. La media vede un reddito di circa 19.200 euro, di poco superiore a quella italiana ma comunque molto basso rispetto al Nord»

 

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Claudia Mazzucchelli, segretaria generale Uil Marche

 

«Nelle Marche si contano 1 milione e 127mila contribuenti, dei quali circa 1 milione potenzialmente interessati alla presentazione del modello “730” in scadenza al 30 settembre. Parliamo di quasi 600mila lavoratori subordinati e oltre 400mila pensionati. Eppure nella si registrano oltre 3 milioni sottratti all’erario». Il dato rilevato dalla Cgia di Mestre dà da pensare e impone una riflessione sul fisco e sulla necessità di una riforma fiscale. Secondo dati del Mef (analisi dati Irpef – anno d’imposta 2019) in Italia «il 53% delle persone fisiche assolve all’obbligo dichiarativo utilizzando il modello “730”, in crescita di 1,7 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Tale frequenza sale al 58% nelle regioni del Friuli Venezia Giulia, Marche e Basilicata, mentre continua a diminuire la percentuale di coloro che utilizzano il modello “Redditi” – si legge nella nota dell’Uil Marche. In totale nella nostra regione si presentano 256.569 modelli “Redditi”, 658.442 modelli “730” e 212.078 modelli “CU”. Per evasione siamo al nono posto nazionale. Il sommerso rappresenta il 15,2% del valore aggiunto regionale: ogni 100 euro di gettito ne scompaiono 17,5, ben sopra la media nazionale. Numeri che è bene tenere a mente in questi tempi in cui si discute molto di riforma fiscale che, va detto con estrema chiarezza, non può essere adeguata senza un efficace contrasto dell’evasione fiscale. Il dato di partenza è che, da sempre, le tasse gravano principalmente su lavoratori dipendenti e pensionati che devono sottostare ad un sistema di tassazione complesso e con evidenti disparità in palese contrasto con quanto sancito dall’ articolo 53 della Costituzione».

I dieci anni di crisi e gli effetti della pandemia hanno aumentato ancor di più disuguaglianze e ingiustizie sociali. «L’ultima indagine di Banca d’Italia sottolinea come il 5% delle famiglie possieda il 40% della ricchezza privata totale del Paese – prosegue la nota -. Secondo la stima regionale il reddito disponibile delle famiglie marchigiane si è ridotto di circa il 2% nel 2020 ma già prima della pandemia il reddito era inferiore del 3,2% rispetto a dieci anni prima». «La media marchigiana vede un reddito di circa 19.200 euro, di poco superiore alla media italiana ma comunque molto basso rispetto alle regioni del nord – spiega Claudia Mazzucchelli, segretaria generale Uil Marche –. Per rilanciare l’economia marchigiana, e in generale quella dell’Italia, occorre agire sul cuneo fiscale mettendo a disposizione più soldi nelle tasche di chi lavora e varare una riforma fiscale che preveda una tassazione più equa con minor peso su lavoratori e pensionati».

Ogni anno, come certificato dalla relazione sull’economia non osservata, «sono 110 i miliardi di evasione sottratti al bilancio pubblico, con l’Italia che detiene il record tra i Paesi della Ue sull’evasione fiscale. Questi dati ci fanno insistere sulla necessità di una riforma fiscale che renda finalmente il fisco giusto – spiega il sindacato -. Cgil, Cisl e Uil hanno proposto unitariamente la loro ricetta per contrastare questa grande anomalia italiana evidenziata anche dalla Corte dei Conti che nella relazione sul rendiconto generale dello stato scrive che gli strumenti di cui dispone oggi l’amministrazione fiscale “non sono in grado di determinare una significativa riduzione dei livelli di evasione”. Senza cedere per l’ennesima volta alla logica dei condoni più o meno mascherati, è necessario istituire nell’ambito dell’Agenzia delle Entrate, rafforzandone l’organico, un ufficio capace di incrociare i dati disponibili per evidenziare anomalie e individuare gli illeciti. Ma la ricerca di un fisco più equo passa anche per la revisione delle imposte – sottolinea la nota -. Le proposte della Uil vanno verso una revisione delle aliquote Iva, una revisione più graduale degli scaglioni Irpef, il superamento dell’Irap che è spesso un doppione dell’Ires. Va agevolato l’adempimento spontaneo, anche attraverso le dichiarazioni precompilate sulla base dei dati trasmessi, come anche va esteso il sostituto di imposta alle partite Iva prevedendo il versamento diretto dell’Iva e delle imposte, tramite l’utilizzo di meccanismi, come l’anticipo Irpef, sperimentato per i bonus edilizi, il reverse charge e lo split payment».

«È urgente quindi agire sul fisco avendo come primo obiettivo il taglio delle tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati, ridisegnando e rafforzando le detrazioni specifiche per i redditi da lavoro dipendente e da pensione al fine di ridurre il peso della tassazione che grava maggiormente su queste categorieaggiunge la segretaria Mazzucchelli -. Ciò consentirebbe una maggiore distribuzione di ricchezza anche nella nostra regione dove dipendenti e pensionati sono oltre l’ 88% dei contribuenti e dove crisi economica prima e sanitaria poi hanno causato importanti squilibri macroeconomici. Certo, bisogna agire anche sulla tassazione delle imprese che, per evitare il fenomeno della concorrenza fiscale, andrebbe armonizzata almeno al livello europeo. L’obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare a una vera e propria Unione fiscale europea per evitare che i “paradisi fiscali” previsti in alcuni paesi siano “inferni” per altri».

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