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Bottiglia incendiaria
davanti alla sede della Cgil Jesi

INDAGINI in corso di Commissariato e Digos per risalire agli autori del gesto. La scoperta del contenutore con liquido infiammabile questa mattina davanti al cancello d'ingresso degli uffici di via Colocci. Daniela Barbaresi e Marco Bastianelli: «Siamo preoccupati per il grave gesto intimidatorio. Già sporta denuncia contro ignoti». Chiesto a Prefettura e Questura di potenziare i controlli nelle sedi del sindacato

La polizia davanti alla sede della Cgil di Jesi

 

Ore 8.30 di questa mattina: al cancello d’ingresso della sede della Cgil Jesi, viene trovata una bottiglia incendiaria non completamente esplosa. Pochi minuti dopo è subito scattato l’allarme in via Colocci e sul posto sono intervenuti gli agenti della Scientifica del locale Commissariato di e della Digos di Ancona per raccogliere prove e indizi, avviare le necessarie indagini per la ricerca del responsabile del gesto. Un episodio inquietante. E’ stato un residente della zona, un pensionato che stava portando a spasso il proprio cane, questa ad avvertire il personale dell’ufficio e poi le forze dell’ordine. Quando l’ha notata,  la bottiglia piena di liquido infiammabile era ancora ‘accesa’ tanto che il muro del cancello era già annerito. L’anziano si è subito reso conto del pericolo e ha soffocato le fiamme. Poi ha  telefonato agli addetti della sede Cgil che lo hanno raggiunto, precedendo di poco i poliziotti che hanno provveduto a porre sotto sequestro la bottiglia. Per tutta la mattinata si sono susseguiti i rilievi degli investigatori. Il sindacato ha sporto denuncia contro ignoti.

La bottiglia molotov lasciata davanti alla sede della Cgil di Jesi. Il muro annerito dimostra che  il potenziale ordigno di manifattura artigianale per un po’ è rimasto acceso

Accanto alla bottiglia non sono stati lasciati biglietti con messaggi di rivendicazione ma il sindacato ha comunque chiesto alle istituzioni competenti in materia di ordine pubblico di rafforzare la sorveglianza in tutte le sedi Cgil. «Proprio perché non abbiamo nessun elemento sull’origine dell’atto abbia un valore puramente dimostrativo e ad opera di chi, la nostra organizzazione deve mantenere alta l’allerta – racconta Marco Bastianelli, segretario generale Cgil Ancona– tenendo sotto controllo le proprie sedi. Abbiamo chiesto pertanto alla Prefettura e alla Questura di porre la massima attenzione nei controlli, che ci sono stati garantito. Nell’episodio di Roma è stato tutto chiaro fin dall’inizio, qui c’è ancora da capire che cosa è successo». «Siamo preoccupati per il grave gesto intimidatorio – dichiara Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche insieme allo stesso Bastianelli – La Cgil ha già sporto denuncia contro ignoti. Intanto, si ribadisce che il sindacato non si farà intimidire e, anzi, invitiamo lavoratori, pensionati e cittadini a partecipare alla manifestazione di sabato a Roma».

Anche l’Anpi provinciale di Ancona esprime piena solidarietà alla Cgil di Jesi e a tutta la Cgil, già colpita dal l’assalto squadrista e fascista di Roma. «Ribadiamo la necessità che vengano immediatamente sciolte, tutte le organizzazioni che si rifanno al fascismo che è, se ancora non fosse chiaro, un crimine. – scrive l’associazione dei Partigiani – La prima grande risposta unitaria sarà data dalla partecipazione popolare alla manifestazione di sabato a Roma e da tutte le iniziative unitarie che saranno promosse dalla rete democratica e antifascista Uniamoci per salvare l’Italia».

Parla di un clima di odio e di un episodio «che va iscritto in questo clima, nella fase attuale culminata con l’assalto alla Cgil nazionale a Roma» il Partito della Rifondazione comunista della Federazione di Ancona nell’esprime la propria solidarieta’ alla Camera del lavoro di Jesi. «Siamo convinti che i valori che hanno attraversato la storia di questa organizzazione sindacale siano valori comuni, invita tutti e tutte a manifestare il proprio impegno antifascista in ogni occasione, la Costituzione erede della lotta antifascista e partigiana e’ la nostra guida». «Il rispetto di leggi e capitoli della Costituzione, – sottolinea Prc – sono stati colpevolmente trascurati e resi carta straccia mentre il loro rispetto e attuazione avrebbe consentito di fermare sul nascere movimenti, partiti e comportamenti che si richiamano al ventennio buio del fascismo. Non servono leggi speciali, occorre un indirizzo giusto di quanto gia’ abbiamo nel nostro ordinamento legislativo».

L’esplosione della bomba molotov artigianale questa mattina ha fatto prendere posizione anche al Coordinamento de L’ Altra Idea di Città di Ancona. «Dobbiamo saper leggere l’attacco alle sedi della Cgil come un attacco pericoloso alla democrazia, alla Costituzione, ad un simbolo del mondo del lavoro storicamente riconosciuto. – scrive il movimento – E’ un attacco che mira ad dividere la classe lavoratrice più di quanto non fatto sino ad ora. Per quanto riguarda il nostro movimento, continueremo le nostre battaglie contro un sistema economico capitalistico ingiusto e predatorio, sostenuto anche dal Governo Draghi, per un sistema sanitario pubblico e universale, per vaccini liberi dal ricatto dei brevetti delle multinazionali farmaceutiche. Ci uniamo inoltre a tutti coloro che chiedono l’immediato scioglimento delle organizzazioni fasciste. Nell’esprimere solidarietà ai compagni e compagne della Camera del Lavoro, confermiamo la nostra adesione e presenza alla manifestazione del 16 ottobre a Roma».

Dice basta alla violenza anche la senatrice Donatella Agostinelli del Movimento 5 Stelle mentre esprime il suo sostegno alla Cgil di Jesi. «L’espressione del dissenso è sempre lecita ed è giusto che sia espressa, ma solo a patto che si tenda ad avviare un dialogo costruttivo e pacifico.- scrive nel commentare l’accaduto di oggi – Il malessere sociale non può e non deve essere strumentalizzato per scopi politici o di tornaconto personale. Azioni di questo genere sono sempre da condannare, a maggior ragione se utilizzano la violenza come modus operandi prediletto. Attacchi simili non fanno bene a nessuno, tantomeno ai lavoratori e ai cittadini, i quali sono i primi a subire i duri colpi di questa violenza perpetrata nelle sedi pubbliche, dove chiunque, anche solo passando per caso, può essere coinvolto e ferito. Auspico che non si ripetano più eventi di questo tipo, frutto di un’arroganza che tutto vuole, tranne che avere una reale efficacia sui malesseri di stampo sociale, ma che cerca solo fomentarli per scopi che nulla hanno a che vedere con l’intenzione effettiva di migliorare le condizioni delle persone».

Maurizio Mangialardi, capogruppo dem in Consiglio Regionale: «Purtroppo è un altro grave segnale del pessimo clima che si sta instaurando nel Paese e che, evidentemente, inizia a ramificarsi in provincia, fomentato anche dalle tante, troppe ambiguità di una destra, istituzionale e non, che fa fatica a condannare questi episodi. Torniamo dunque a esprimere solidarietà e totale vicinanza alla Cgil e, in particolare, alla Cgil di Jesi. Ogni attacco, ogni intimidazione, ogni gesto ostile nei confronti del sindacato è una minaccia rivolta a tutti i lavoratori. Non è questo il momento dei distinguo , dei “sì, ma…” o delle recriminazioni. Abbiamo il dovere di restare uniti, perché il sindacato è un bene comune per l’intera società e un architrave della nostra democrazia. Chi tace o minimizza non può essere in buona fede e, a prescindere dalla collocazione politica, fa oggettivamente il gioco di chi scommette sul caos per sopraffare con la minaccia e la violenza le idee altrui».

(ultimo aggiornamento alle 15)

 

 

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