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I cinghiali costano al Parco del Conero
100 mila euro in parcelle di avvocati

AMBIENTE - Regione a caccia delle spese da tagliare, spunta la cifra record per i contenziosi legali. La mole di parcelle per la difesa davanti al giudice di pace rende la grandezza del danno economico causato dagli ungulati

Incroci pericolosi, foto d’archivio

Parco del Conero, una veduta di Portonovo nella foto di Giusy Marinelli

 

di Emanuele Garofalo

Regione a caccia delle spese del Parco del Conero, tra le voci più pesanti a bilancio dell’ente ci sono i contenziosi legali. Cento mila euro all’anno di parcelle. Sorpresa. Perché il Parco del Conero spende questa cifra incredibile per avvocati e cause davanti al giudice di pace? Semplice, sono tutte richieste di risarcimento di danni causati dai cinghiali. Una valanga di ricorsi ogni anno, tra automobilisti che si imbattono nelle famiglie di ungulati lungo la strada provinciale e privati che si vedono invadere le case e le attività agricole, producendo un danno economico non solo alle aziende e ai residenti, ma anche per le casse del Parco del Conero.

Conti sempre più magri e continui tagli al budget dei parchi regionali spianano la strada alla chiusura dell’ente presieduto da Gilberto Stacchiotti. Si ipotizza una gestione interna alla Regione, oppure l’accorpamento dei parchi in unico ente regionale. Intanto si cerca di far quadrare i conti con quello che c’è e allora si va a caccia delle spese selvagge. C’è rimasto poco da tagliare (come sostiene con preoccupazione la Cgil accusando la politica della Regione sui Parchi regionali), già lo scorso anno Palazzo Raffaello ha stanziato il minimo indispensabile per pagare le cosiddette spese “incomprimbili”. E quest’anno si prevede un’ulteriore riduzione del budget di 500 mila euro per il Parco del Conero.

Resta una voce fuori controllo: le spese legali. La Regione paga i risarcimenti danni a chi ne ha diritto, ma il costo degli avvocati e delle parcelle per le difese davanti al giudice di pace spettano per intero all’ente Parco del Conero. L’avvocatura regionale sta prendendo in esame le possibili alternative, tra cui una convenzione con uno studio legale esterno per cercare di abbattere al minimo le spese dei contenziosi.

Il conto salato è anche la cifra di quanto sia delicata da gestire la questione ambientale. Il consigliere regionale Pd Gianluca Busilacchi è arrivato a proporre la sterilizzazione sperimentale dei cinghiali, con una modifica all’attuale legge regionale sulla caccia.

I sentieri del Parco

Di certo la gestione dei cinghiali non aiuta un Parco già in forte difficoltà economica. La Regione ha approvato un bilancio di previsione per il 2017 che stanzia una prima tranche pari a circa 1 milione e 200mila euro per tutte le 10 aree protette delle Marche (4 Parchi regionali e 6 Riserve), al Parco del Conero spettano appena 400mila euro. Questa prima tranche dovrebbe far parte – secondo quanto stabilito dalla stessa Regione – di un finanziamento complessivo di 2milioni e 100mila euro per tutto il comparto territoriale tutelato, soldi considerati “incomprimibili”, cioè vincolati al pagamento del personale delle citate 10 aree. Sulla carta, si attendono quindi altri 900mila euro da ripartire. Sono altri 200-250 mila euro per il Parco del Conero. Anche se dovessero arrivare, non sarebbero comunque sufficienti e da settembre si prevede il blocco degli stipendi per i dipendenti e di fatto l’azzeramento dell’attività del Parco del Conero, che sarà svolta solo grazie a volontariato e donazioni di privati, come spiegato dal neo presidente Stacchiotti.

 

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