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Grandi opere, primo vertice:
si parte dalla scogliera

ANCONA - Ad un mese dalla firma del ministro Delrio si è riunito il tavolo coordinato dal provveditore alle opere pubbliche Maria Lucia Conti. Il primo intervento sarà la barriera di protezione a mare. Gli enti coinvolti non hanno ancora affrontato come sarà suddiviso il costo

L’assessore al Porto Ida Simonella mentre illustra il progetto del Lungomare Nord lo scorso 9 febbraio a Palazzo degli Anziani (foto Giusy Marinelli)

 

di Agnese Carnevali

Lungomare Nord e variante porto-A14, si è tenuta ad Ancona la prima riunione operativa per mettere in pratica il protocollo d’intesa sottoscritto dal ministro Delrio un mese fa a Palazzo degli Anziani (leggi l’articolo). Primo step la realizzazione della scogliera a mare a protezione della costa e dei binari. L’incontro non ha chiarito l’incognita risorse. Quali i soggeti, tra quelli coinvolti, che dovranno finanziare l’opera? E per quale quota? Fissato però il punto di partenza per dare il via al domino di interventi che porteranno alla velocizzazione della linea ferroviaria, alla realizzazione dello smart park sull’area di frana ed alla costruzione della strada che dovrà consentire l’uscita dallo scalo dorico ed il collegamento diretto con l’A14.

Il dirigente di Rfi Marche, Stefano Morellina, ed il provveditore alle opere pubbliche delle Marche, Maria Lucia Conti durante la visita del ministro Delrio (foto Giusy Marinelli)

In cabina di regia, il provveditore alle opere pubbliche Maria Lucia Conti, investita del ruolo dal ministro in persona il giorno stesso della sigla del documento. Tutte presenti oggi le istituzioni interessate all’operazione e firmatarie dell’accordo del 9 febbraio: Anas, Rfi, Regione, Comune, Autorità di sistema portuale. Dunque, si parte dalla scogliera, che il Comune vorrebbe realizzare più al largo, per aumentare la superficie di interramento e quindi estendere l’area del lungomare ed anche il sistema di monitoraggio della frana. Ma prima di mettere mano al progetto si devono sbrogliare le pratiche amministrative e quelle relative alle autorizzazioni, tra cui la procedura di Via, (la valutazione di impatto ambientale), senza tralasciare la necessità di individuare le risorse necessarie alla costruzione dell’opera ed i soggetti che dovranno sborsarle. Di certo tra i finanziatori c’è Rfi, che però non si farà carico dell’intero costo dell’infrastruttura, essendo già impegnata sul fronte binari. Qualche metro di vantaggio sulla progettazione lo dà il precedente di Porto Recanati dove già Rfi, Regione e Provveditorato alle opere pubbliche stanno lavorando insieme per gli stessi interventi di protezione della costa (si è alla fase di appalto dei lavori) che interesseranno anche il tratto anconetano della linea ferroviaria. Ma il caso di Ancona è inserito nel progetto più ampio di realizzazione del Lungomare Nord e del collegamento porto-autostrada dopo il definitivo naufragio dell’Uscita Ovest.

Prossimo appuntamento tra una decina di giorni. «La fase che interessa gli aspetti amministrativi ed autorizzativi è imprescindibile, ma c’è la volontà e l’esigenza di andare spediti sul percorso tracciato dal protocollo del mese scorso – afferma l’assessore al Porto Ida Simonella -. In primis Rfi ha la necessità di proteggere i binari e dunque velocizzare la linea». Raddrizzare i binari permetterà infatti ai treni di raggiungere anche in quel tratto i 200 chilometri orari. Operazione che non può avvenire senza la costruzione di una scogliera a mare che sia di protezione alla ferrovia. Il Comune ha chiesto sia spostata di qualche metro più al largo. La realizzazione della barriera comporterebbe anche la necessità di un nuovo ingresso per il porto turistico che, già sottoposto ad un progressivo insabbiamento, rischierebbe di veder peggiorare la situazione.

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