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Vuoi sposarti in Comune?
Paghi 150 euro
anche con gli uffici aperti

OSIMO - Rimodulato dalla giunta il regolamento che fino a pochi giorni fa prevedeva il pagamento dell'affitto simbolico della Sala Vivarini e della Sala Maggiore solo nei festivi o negli orari di chiusura degli uffici. Ora si paga in qualsiasi ora e giorno della settimana

L’atrio del Comune di Osimo con le state romane senza testa

 

Vuoi sposarti con rito civile in una sala interna del Comune di Osimo? Dal 7 marzo si può fare in ogni ora e giorno della settimana ma a palazzo ti presentano il conto di 150 euro anche se gli uffici sono aperti e i dipendenti sono al lavoro. Prima si pagava solo nei giorni festivi o durante gli orari di chiusura del municipio. Se invece preferisci il porticato dell’atrio con la prospettiva delle statue romane senza testa la cifra sale a 250 euro.

L’introduzione dell’affitto simbolico per prenotare la Sala Maggiore o la Sala Vivarini è datato 2007 . Da quell’anno e fino a poche settimane fa chi decideva di contrarre matrimonio civile in municipio, di domenica mattina o comunque nei giorni festivi e in orario di chiusura uffici, doveva versare alle casse comunali i 150 euro a titolo di ‘rimborso spese’. Nel 2012 era stata anche introdotta la novità del pagamento dei 250 euro, valido per ogni giorno della settimana, per scambiarsi l’anello nella cornice più suggestiva dell’atrio comunale, con 50 poltrone a sedere disponibili per gli ospiti e il sole sul volto dei nubendi o, in caso di pioggia, la possibilità alterativa di celebrare il matrimonio nella Sala Maggiore con un preavviso di un’ora e senza aggravi di costo.

La Sala Maggiore del Comune di Osimo

Dallo scorso 7 marzo la giunta comunale di Osimo ha, però, modificato al regolamento estendendo il pagamento dei 150 euro per le nozze nelle due sale interne di palazzo comunale a qualsiasi orario e giorno della settimana (festivi o feriali), anche quindi durante gli orari di apertura degli uffici con il servizio di pulizia comunque attivo. Il provvedimento, deliberato a voti unanimi, viene motivato con il fatto che ogni celebrazione comporta comunque oneri aggiuntivi a carico della macchina amministrativa.

Oltre dall’istruttoria della pratica e alla disponibilità del personale, “c’è l’approntamento della sala -puntualizza il documento- il lavoro di pulizia (con particolare riguardo alla rimozione del riso o altro materiale lanciato agli sposi al termine della cerimonia nelle aree antistanti gli accessi al palazzo comunale), nonché dal necessario riordino dei locali”. Il nuovo provvedimento certo non arricchirà le casse comunali considerato che nel 2016 le benedizioni in fascia tricolore per le unioni civili sono state solo 45 più una unione civile (leggi l’articolo) e per lo più le coppie hanno scelto di convolare a nozze nella giornata di sabato, quando gli uffici comunali sono chiusi.

(m.p.c)

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