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Crac Polo Holding,
la ex scuola Pie Venerini
va all’asta

ANCONA – L’incompiuta di via Pesaro messa in vendita dal liquidatore dell’impresa, coinvolta nel fallimento Banca Marche. Prezzo base 1,3 milioni, il 21 giugno si aprono le buste

I cancelli serrati dell’ex convitto Pie Venerini di via Pesaro

Quello che resta del cortile interno dell’ex scuola materna, foto Giusy Marinelli

 

Ex Pie Venerini di via Pesaro, il 21 giugno si aprono le buste. Prezzo base d’asta 1,3 milioni di euro per aggiudicarsi lo scheletro di 16 mila metri quadri nel cuore della seconda Ancona, rilevandolo dalle mani della Polo Holding, l’impresa proprietaria di Fano. L’annuncio è stato pubblicato tra le aste giudiziarie del tribunale di Pesaro da parte del curatore fallimentare della Polo Holding. Nella crisi, un’occasione: se ci saranno acquirenti, potrebbe sbloccarsi la ricostruzione dell’ex convitto delle suore ad oltre dieci anni dall’avvio del progetto. Un progetto stoppato prima dalla crisi del mattone, poi definitivamente stroncato dal crac della Polo Holding, i cui componenti del cda sono stati indagati e coinvolti nel fallimento di Banca Marche insieme ad altri noti costruttori edili. E’ la maledizione degli immobili regolati dall’articolo 29 bis del Piano regolatore: quello che doveva permettere ai proprietari di edifici abbandonati il cambio di destinazione d’uso, pagando al Comune la variante urbanistica. Una regola approvata dal Consiglio comunale tra le polemiche nel 2007, tra le accuse di opposizione e parte della maggioranza di voler fare un favore alla speculazione immobiliare. Una regola rimasta lettera morta. Perché di quegli immobili che dovevano rinascere grazie a quella legge urbanistica comunale, nessuno è tornato in vita. Anzi, se possibile versano in condizioni sempre peggiori, al punto che più volte sono stati sbarrati per evitare che diventassero rifugio per sbandati. Ex Enel di via San Martino, ex Fermi di via Birarelli e ex Pie Venerini di via Pesaro, sono questi gli edifici che avrebbero dovuto essere i progetti pilota dall’articolo 29 bis. Insieme avrebbero dovuto fruttare un tesoretto di circa 10 milioni di euro al Comune, tra oneri di urbanizzazione e sovrattassa per la trasformazione in residenze. Tutti rimasti incompiuti. L’ex Fermi è già stato preso in mano dal curatore fallimentare della Coppo Srl, per l’ex Enel la Verde Immobiliare cerca partner e finanziamenti, ora anche il destino della ex Pie Venerini finisce all’asta. Inutile perciò anche la mossa del Comune del 2015, quando gli oneri di urbanizzazione dell’articolo 29 bis sono stati dimezzati per cercare di dare una ripresa e uno stimolo ai progetti di ricostruzione.

(E. Ga.)

Foto storica dell’ex scuola Pie Venerini

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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