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Tredici Cannelle, Marasca:
“La tutela prima di tutto,
nessun ampliamento dei dehors”

ANCONA – Fa discutere l'idea di premiare i commercianti che si faranno carico di vigilanza e restauro del monumento. L'assessore risponde a Italia Nostra: “Agiamo di comune accordo con la Soprintendenza per valorizzare la fontana”

Dehors aperti tutto l’anno concessi ai commercianti che si faranno carico della vigilanza e della manutenzione della Fontana delle 13 Cannelle, l’idea lanciata da Comune e Soprintendenza accende il dibattito. Sarcastica la risposta di Italia Nostra (“Dare soldi, vedere fontana”), che parla di proposta ridicola e di baratto, ricordando come era stato ridotto il monumento prima del vincolo del 2011 che imponeva il divieto alle strutture fisse e la chiusura dei dehors per 6 mesi all’anno.
Come funziona? L’atto di indirizzo approvato dalla giunta recita: “A fronte dell‘impegno dell’operatore privato nella cura del monumento, nei termini che saranno meglio specificati nel bando, la Soprintendenza procederà alla revisione delle proprie prescrizioni vigenti in ordine alla disciplina delle modalità di utilizzazione degli spazi pubblici della porzione di centro della città in esame, assicurando all’operatore/agli operatori assegnatario di fruire della permanenza del proprio dehors per l’intero periodo dell’anno con l’esclusione del solo mese di gennaio, di ampliare lo spazio pubblico a propria disposizione nei periodi e nelle quantità che verranno determinati dalla medesima Soprintendenza”. L’assessore alla cultura e turismo Paolo Marasca interviene per stoppare la polemica e aggiunge che non ci saranno bonus alle metrature per i tavolini e per i dehors, cosa che invece la delibera sembra ipotizzare. “L’atto di indirizzo della giunta comunale arriva a seguito di un dialogo costante con la Soprintendenza; nel corso di questo dialogo, la Soprintendenza ha espressamente considerato plausibile l’estensione temporale dei dehors degli operatori intenzionati a collaborare alla valorizzazione e alla manutenzione della Fontana del Calamo; durante questi colloqui la Soprintendenza non ha parlato di estensione spaziale né nessuno ha mai parlato di cambiare i criteri dei dehors; la delibera di Giunta ha le maglie larghe di un atto di indirizzo ma non sancisce nulla, perché sarà il bando, non ancora scritto, a stabilire tutto; il bando sarà scritto dal Comune fianco a fianco della Soprintendenza che, Italia Nostra ci insegna, rappresenta appunto il Ministero; proprio perché l’ultima parola sulle concessioni da fare è della Soprintendenza, l’atto di indirizzo non si arroga il diritto di mettere paletti: La Soprintendenza ha le competenze e le qualità per farlo, e per indirizzare il bando comunale, cosa della quale la ringraziamo” scrive Marasca, che riserva una stoccata a Italia Nostra.

L’assessore alla cultura Paolo Marasca

“Duole anche rilevare come un’associazione che ha a cuore monumenti e luoghi culturalmente rilevanti tenda a contrapporre il Comune al Ministero nelle sue comunicazioni, anche laddove Comune e Ministero agiscono serenamente e di comune accordo per garantire tutela, fruizione e valorizzazione di un bene. E soprattutto duole rilevare come un’associazione con cui abbiamo la fortuna di portare avanti una serie di progetti sia così distante dall’indirizzo nazionale di costruire, finalmente nel nostro Paese, una serie di formule di tutela e valorizzazione delle migliaia di siti di rilevante interesse culturale presenti in Italia, formule che sono rese possibile esclusivamente dal lavoro comune di enti pubblici, associazioni accreditate e operatori privati – aggiunge l’assessore -. L’istituzione dell’art bonus, l’avvio di nuove forme di sponsorizzazione (come quella che permetterà il restauro del nostro Giuramento degli anconetani, con finanze private, presentata appunto a Palazzo Madama dal Ministro Franceschini), la sensibilizzazione, graduale ma per fortuna progressiva, di molti operatori che si rendono conto di avere nell’opera d’arte un valore aggiunto, purché questa sia trattata con rispetto, l’attenzione dei privati dovrebbero essere colte da un’associazione che da decenni si occupa di proteggere, custodire, tutelare e valorizzare i beni culturali come una grande vittoria. Sono tutti segnali di una consapevolezza maggiore, frutto di sicuro anche del lavoro di Italia Nostra e di altre associazioni. Invece, si coglie dalle righe del comunicato di Italia Nostra una sorta di elitaria protezione del proprio campo d’azione, incomprensibile, e anzi deleteria dal momento che tale campo d’azione è assolutamente spropositato e ha bisogno dell’intervento di tutti”.

La Fontana del Calamo assediata dai gazebo prima del divieto del 2011

 

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