L’incontro con i vertici Tecnowind, sindacati e isituzioni previsto al Ministero per lo Sviluppo Economico è slittato di nuovo a lunedì 23 ottobre. E’ questa la notizia d’ultim’ora che arriva dopo l’ultimo rinvio. In mattinata al Consiglio della Regione Marche l’assessore Angelo Sciapichetti ha risposto all’interrogazione del consigliere Enzo Giancarli prendendo le veci dell’assessore Bravi che era assente. Ha riferito i risultati delle iniziative dell’amministrazione regionale, dopo i cinque incontri al Ministero dello Sviluppo Economico sulla crisi dell’azienda fabrianese, ma non sembrano esserci svolte a breve nella vertenza che tiene con il respiro sospeso 260 famiglie. «So che la situazione è delicata e complicata e che l’acquisizione è la questione centrale. Spero che da parte nostra si possa partecipare con ogni strumento di nostra competenza per supportare il progetto di rilancio di questa azienda che dà lavoro a 260 persone». Il consigliere Pd rimarca ancora la necessità di proroga degli ammortizzatori sociali. «La solidarietà scadrà tra due mesi esatti, il prossimo 17 dicembre – ricorda Giancarli –, a pochi giorni da Natale. Mi auguro che le tantissime famiglie che vivono del lavoro della Tecnowind possano trovarsi a Natale con la proroga degli ammortizzatori sociali, è una questione di diritti, dignità ed umanità». «Nonostante sia stato detto che alcune aziende avessero manifestato interesse all’acquisizione di Tecnowind, l’azienda non ha voluto fornire i nomi. Gli ammoritizzatori sociali – fa sapere l’assessore – non sono rinnovabili poiché la Tecnowind ha già usufruito di tutti quelli disponibili». «L’attuale proprietà ha chiesto di aprire la procedura di mobilità per 140 dipendenti su circa 250. I lavoratori che rimarrebbero non sarebbero sufficienti per realizzare quei 13 – 14 milioni di fatturato annuo», continua Sciapichetti. «La Giunta regionale – ha poi concluso – ha invitato formalmente il Cda di Tecnowind a comunicare quali siano le società pronte all’acquisizione dello stabilimento di Fabriano in modo da poter avviare un confronto con esse sul possibile piano industriale e sulle prospettive occupazionali».
(S.B.)
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