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Cup di Castelfidardo, Raschia (Cgil):
«Due pesi e due misure con il Mordini»

SANITA' – Il segretario Fp Cgil interviene sul caso dei servizi sanitari a rischio chiusura

 

Dal segretario Fp Cgil Andrea Raschia riceviamo sul caso della chiusura dei servizi sanitari di Castelfidardo:

“A quanto si apprende, l’emergenza “personale” al poliambulatorio di Castelfidardo sta assumendo proporzioni a dir poco preoccupanti. Chiusura CUP e smantellamento di servizi essenziali causa assenza di unità. Il servizio di fisioterapia riesce a malapena a garantire le urgenze; la figura di logopedista manca da due anni. La denuncia del sindaco è vibrante: “Non c’è neanche il portiere per attivare soccorsi in caso di emergenze”. Come l’affondo nei confronti del governatore: “La politica sanitaria della giunta Ceriscioli è sbilanciata a favore della sanità privata. Si deve invertire la tendenza di rotta degli ultimi dieci anni: far cassa chiudendo il pubblico riversando quei soldi nel privato non è un bene per i cittadini. Quanto è stato costruito in questi anni, strutture, mezzi e formazione di chi ci lavora nella sanità, è un patrimonio da salvaguardare.”

Giudizi da sottoscrivere. Sono le ragioni che animano la nostra iniziativa, che tra mille difficoltà cerchiamo di far vivere quotidianamente. Non possiamo che condividere le preoccupazioni espresse dal primo cittadino con il rappresentante del gruppo parlamentare pentastellato. Le rassicurazioni del direttore Area vasta 2 per nuove assunzioni di personale, parte delle quali dirottate a Castelfidardo, non garantiscono sull’immediatezza della risposta. A farne le spese, intanto, le famiglie, costrette a rivolgersi al privato sostenendo conti salatissimi.

Andrea Raschia

Il tema al centro dell’iniziativa pubblica svolta dal Sindaco richiama all’attenzione generale anche l’impegno sin qui svolto per assicurare alla comunità i servizi di carattere sociale. Pensiamo alla casa di riposo Mordini, la cui nuova sede sarà consegnata entro i primi del prossimo anno. Con l’inaugurazione prenderà le mosse la nuova gestione affidata a Coss Marche, impresa cooperativa individuata a suo tempo per occuparsi della realizzazione e del funzionamento della struttura. Un percorso che risale agli anni scorsi, con l’ipotesi delineata dalla precedente giunta. All’epoca, di fronte alla prospettiva di esternalizzare la gestione per superare le difficoltà avvalendosi dell’intervento del privato, ci siam fatti carico in particolare di rivendicare ciò che attiene alle nostre prerogative: la tutela del personale. 

Poi, il mese scorso, l’epilogo, che ha assunto inspiegabilmente fisionomie completamente diverse. A nulla sono serviti i nostri reiterati inviti al Sindaco per una soluzione in linea con quei medesimi principi già reclamati con il Presidente della Regione, ma che in questo caso, mutatis mutandis, ci si è dimenticati (?) coerentemente di declinare. Dunque, le operatrici socio sanitarie in forza al Mordini saranno licenziate dal comune e riassunte alle dirette dipendenze di Coss Marche.

Continuiamo a insistere: abbiamo chiesto di mantenere il rapporto di lavoro del personale in capo all’ente, con assegnazione temporanea all’azienda privata subentrante e quindi abbiamo giudicato quanto meno doveroso da parte nostra -nel contesto dato- far risaltare il nostro punto di vista in una formale dichiarazione a verbale in calce all’ipotesi di intesa, quella stessa che altri soggetti sindacali hanno inteso, malgrado ciò, di sottoscrivere.

Il fatto che la vicenda riguardi un manipolo di lavoratrici non giustifica sottovalutazioni, specie in questa parte del territorio dove sempre più di frequente tali processi sono all’ordine del giorno.

Poco lontano, infatti, ad Osimo, è in atto in queste ore un confronto che vede il Sindaco direttamente impegnato per evitare un’ipotesi analoga: stavolta il medesimo trattamento riguarderebbe il personale educativo asilo nido. Il servizio è da tempo esternalizzato, conseguenza del progressivo smantellamento operato dalle giunte Latini, e oggi siamo all’epilogo con il passaggio definitivo delle otto educatrici all’ASSO, nel frattempo trasformata in azienda speciale.
A differenza di Castelfidardo, queste lavoratrici si oppongono con forza, e hanno ottenuto il sostegno dalla RSU e dall’assemblea dei dipendenti del comune di Osimo che rivendica un deciso cambiamento di politiche a tutela del personale e a difesa del servizio pubblico. Un mandato che FP CGIL assume con determinazione: motivo di orgoglio per un’organizzazione sindacale che non arretra di un passo, riuscendo nell’occasione anche a mantenere saldi i fili di unità sindacale, oggi indispensabile come non mai.”

Al poliambulatorio di Castelfidardo niente Cup, portiere e logopedisti: esplode la protesta (Video)

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