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Smog, in arrivo la seconda centralina
anti pm10 per Ancona
Resta al palo il piano Bonifazi

ANCONA – La Regione conferma l'installazione di una centralina del traffico, in aggiunta a quella della Cittadella. Nessuna novità invece sul piano proposto dall'allergologo e approvato lo scorso maggio

 

Smog, in arrivo la seconda centralina anti pm10 per Ancona. La giunta Ceriscioli ha approvato le misure per la riduzione degli inquinanti nell’aria, di fatto replicando in toto le iniziative del 2016. Unica novità riguarda una seconda stazione di monitoraggio per la qualità dell’aria della città, in aggiunta alla centralina della Cittadella. “Nella logica del miglioramento del monitoraggio, è in via di definizione con il Comune di Ancona il posizionamento di una nuova centralina del traffico. A dicembre 2017 la Regione ha chiesto formalmente al Comune di Ancona di individuare un referente ufficiale per definire il posizionamento. L’incontro tra i tecnici dei due enti è previsto per domani” si legge in una nota di Palazzo Raffaello. La seconda centralina “di traffico” si aggiungerà dunque alla centralina “di fondo”, installata alla Cittadella, che serve per monitorare la qualità dell’aria media nei punti non a stretto contatto con le fonti inquinanti. “Il piano redatto dalla Regione Marche si attiene alle indicazioni di legge e conferma le misure già adottate lo scorso anno in base a dati che confermano valori simili a quelli del 2016” continua la nota della giunta regionale. Le misure sono state approvate dal Consiglio delle autonomie locali e oggi è stato ratificato dal giunta regionale. “Il Cal, che ha espresso parere positivo, non ha fatto alcun riferimento al Piano inquinamento Ancona del Comune di Ancona nelle sue osservazioni, le quali, sono state in parte recepite e in parte rinviate, per la loro natura tecnica e non urgente, a un apposito tavolo di verifica e monitoraggio” si legge ancora nella nota della Regione, che di fatto non sblocca il piano redatto dall’allergologo Bonifazi e approvato dalla giunta Mancinelli lo scorso maggio. Il piano prevedeva una centralina mobile sulle strade della città per monitorare in tempo reale i picchi di polveri sottili, pollini, pm2.5 e pm10, oltre ad una banca dati dove far confluire tutte le statistiche sulle patologie cardiorespiratorie e l’anagrafe dei pazienti di Torrette e Inrca per costruire un mappa del rischio ambientale. Confermate inoltre le altre 17 centraline installate nel resto della Regione. “Attualmente il sistema di monitoraggio della Regione Marche è conforme alle quote previste dalla direttiva 155 del 2010 e ai parametri definiti dalle successive linee guida per la determinazione del numero e della tipologia delle centraline. In base a una serie di criteri come la dimensione del territorio, la densità della popolazione e le attività antropiche sono attive nella regione 17 punti di rilevamento” continua Palazzo Raffaello. Sei si trovano nei fondi urbani di Ascoli Piceno, Macerata Collevario, Ancona Cittadella, Pesaro, Chiaravalle e Urbino. Quattro sono state collocate nei fondi rurali di Civitanova, Ripatransone, Montemonaco e Genga. Tre sono centraline industriali in funzione a Falconara Marittima nei pressi della Raffineria Api. Quattro centraline di traffico sono attive a Fano, Jesi, Fabriano e San Benedetto. Cosa prevedono le misure della Regione? Per il traffico veicolare, è vietata la circolazione da lunedì a venerdì, esclusi i giorni di festività nazionale, dalle ore 08,30 alle 12,30 e dalle ore 14,30 alle ore 18,30, per tutti i veicoli diesel pre Euro, Euro 1, Euro 2, Euro 3, senza filtro antiparticolato. Per i veicoli commerciali adibiti al trasporto merci, diretti, in transito o provenienti dal porto di Ancona, divieto di circolazione per le intere ventiquattro ore dell’intera settimana, per i veicoli diesel pre Euro, Euro 1 ed Euro 2, senza FAP. Esclusione dalle limitazioni dei veicoli commerciali dualfuel diesel, eccetto gli Euro 0, a condizione che venga effettivamente utilizzato anche il metano durante la circolazione nelle aree soggette a limitazione. In caso di reiterati superamenti delle soglie giornaliere massime di Pm10 per una settimana, si applicheranno inoltre ulteriori misure d’urgenza e temporanee previste. In particolare i Comuni dovranno ordinare l’abbassamento dei limiti di velocità di 20 km/h nelle aree urbane a rischio. Potranno chiedere all’autorità competente e previo accordo del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti l’abbassamento dei limiti di velocità di 20 km/h nelle eventuali arterie autostradali limitrofe alle aree urbane a rischio. Per le attività produttive si confermano le misure dell’anno scorso. Le attività produttive di panificazione e ristorazione non potranno utilizzare la combustione di forni a legna per la cottura dei cibi, salvo che tali apparecchiature siano dotate di idonei sistemi di abbattimento per almeno il 50%. Anche per quanto riguarda il riscaldamento degli edifici pubblici e privati si conferma il divieto di accensione degli impianti e dei singoli apparecchi termici a biomassa solida utilizzati per il riscaldamento o solo per la produzione di acqua sanitaria, quando nell’unità immobiliare è presente un altro tipo di riscaldamento meno inquinante, nei giorni da lunedì a venerdì, esclusi i giorni di festività nazionale, o l’utilizzo limitato alla cottura di cibi. In caso di sforamenti dei livelli delle pm10 per più di una settimana, i Comuni dovranno ordinare la riduzione delle temperature massime di 2 gradi di riscaldamento negli edifici pubblici e privati.

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