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«No al corteo al viale di sabato»,
l’appello dei movimenti antifascisti
contro Casa Pound

ANCONA - Una delegazione dei centri sociali ha occupato pacificamente questa mattina Palazzo Camerata per protestare contro il comizio del partito di estrema destra che si sarebbe tenuto di lì a poche ore. Gli attivisti hanno rilanciato chiedendo alle istituzioni la sospensione della manifestazione prevista per sabato prossimo al viale della Vittoria sempre del partito della tartaruga nera. Nessuna contestazione all'arrivo del leader di Casa Pound Simone Di Stefano

L’occupazione pacifica antifascista di Palazzo Camerata (foto Giampaolo Milzi)

 

Lo striscione appeso all’esterno di Palazzo Camerata

 

di Giampaolo Milzi

(foto di Giusy Marinelli)

La cultura antifascista non a caso nella sede dell’assessorato comunale alla Cultura, poche ore prima che la stessa sede ospitasse l’iniziativa del partito di estrema destra Casa Pound volta a presentare la candidatura di Emanuele Mazzieri alle prossime elezioni parlamentari. Palazzo Camerata, intorno alle 13,30 di oggi è stato pacificamente invaso da una ventina di giovani, in parte attivisti del centro sociale autogestito Asilo Politico della Baraccola, per contestare la presenza e la relativa concessione della sala, a coloro «che non hanno problemi ad autodefinirsi i fascisti del terzo millennio», hanno detto due esponenti del blitz (in realtà attuato previa autorizzazione rilasciata dall’ufficio di gabinetto del sindaco Mancinelli). E gli organizzatori “dell’occupazione” hanno rilanciato chiedendo alle istituzioni, definite “deboli” nel presente «clima di banalizzazioni e strumentalizzazioni politiche sul sangue innocente versato a Macerata», di non concedere l’autorizzazione a Casa Pound per svolgere un corteo sabato prossimo lungo il viale della Vittoria (partenza alle 18 da piazza Diaz per raggiungere il monumento ai Caduti) volto a commemorare i martiri delle Foibe. All’appello si è aggiunto Francesco Rubini, consigliere comunale nel capoluogo regionale del gruppo “Ancona bene comune” (presente nella sala conferenze di Palazzo Camerata), dopo aver appena inoltrato una nota al prefetto di Ancona – assieme ai consiglieri comunali Stefano Crispiani (Abc), Loredana Pistelli (Pd), al consigliere regionale delle Marche Gianluca Busilacchi (Mdp) e ai parlamentari Ricciatti e Brignone (Leu) – nella quale si ritiene che la manifestazione di estrema destra di sabato prossimo ad Ancona “sia un gesto quanto meno provocatorio e che potrebbe creare notevoli problemi di ordine pubblico”.

L’arrivo del leader di Casa Pound Simone Di Stefano a Palazzo Camerata

Riferendosi all’arrivo previsto di lì a qualche ora della delegazione nota per il famoso/famigerato simbolo della tartaruga guidata da Simone Di Stefano, il segretario nazionale di Casa Pound in gioco per il ruolo di premier alle stesse consultazioni parlamentari, i manifestanti hanno affermato. «Un fatto gravissimo che il Comune dia spazio e agibilità ad una forza politica dichiaratamente razzista e xenofoba, anche e soprattutto dopo la strage compiuta da un fanatico neofascista sabato scorso a Macerata, con sei feriti tutti migranti per cui evidentemente non vi è alcun rispetto, e dopo che Casa Pound ha già presentato ad Ancona un libro (sul neocorporativismo, ndr) all’Accademia di Babele il 2 dicembre scorso». Durante l’intervento, sono stati distribuiti volantini dal titolo “Squadrismo, razzismo e bufale: ecco chi sono i neofascisti italiani” e la lunga tavola della sala conferenze del quinto piano di Palazzo Camerata è stata coperta da uno striscione che recitava “3/2 2018 l’attentato è fascista. Nessuno spazio per l’odio. 10/2 tutti a Macerata”, e mentre dal piano superiore pendeva un drappo su via Fanti con scritto “Mai più fascisti”.
Casa Pound, così come il movimento di estrema destra Forza Nuova, anch’esso in lizza per le elezioni del 4 marzo, «incitano all’odio e alla guerra tra poveri, ed hanno una corresponsabilità politica rispetto alla sparatoria, all’atto terroristico di Macerata», hanno sottolineato ancora la giovane e il giovane antifascisti seduti al tavolo della sala. Aggiungendo che «ciò che è accaduto proprio a Macerata deve segnare un nuovo punto di inizio a livello nazionale, basato sulla tolleranza zero, che coinvolga forze sociali e istituzioni, volto a togliere ogni agibilità pubblica ai partiti neofascisti, e a promuovere l’approvazione di leggi che sciolgano questi partiti».

Simone Di Stefano, leader di Casa Pound e candidato alle Politiche

IL COMIZIO DI CASA POUND. Conclusa l’occupazione pacifica, nessuna contestazione nel pomeriggio di oggi all’arrivo, intorno alle 18, della delegazione di Casa Pound e del suo leader Di Stefano. Il comizio del partito di estrema destra si è svolto senza tensioni, nella sala da una settantina di posti di via Fanti piena di iscritti e simpatizzanti. I manifestanti antifascisti di stamattina all’assessorato alla Cultura hanno comunque rimarcato il paradossale effetto della mozione presentata lunedì scorso da Ancona Bene Comune e approvata all’unanimità in Consiglio comunale nella quale si impegna l’amministrazione municipale a non concedere spazi pubblici ad iniziative di soggetti e/o gruppi neofascisti e razzisti. Mozione bypassata da Casa Pound che si è vista invece concedere, appunto, non l’ex sala Consiglio, come richiesto inizialmente, ma la sala conferenze di Palazzo Camerata in quanto firmataria, nella richiesta di concessione, di un impegno a rispettare rigorosamente tutte le norme costituzionali e non che vietano la riorganizzazione del partito fascista e politiche di discriminazione razziale. Un atto dovuto, la concessione, secondo l’Amministrazione comunale, altrimenti i funzionarti municipali sarebbero stati passibili di denuncia per omissione d’atti d’ufficio. Un paradosso, secondo gli attivisti del csa Asilo politico e compagni, «in quanto ennesima riprova del subdolo comportamento di chi, come Casa Pound si dichiara pubblicamente partito fascista degli anni 2000 e poi si dichiara in forma scritta antifascista».

LA MANIFESTAZIONE DI MACERATA: TRA CANCELLAZIONE E CONFERMA. Superato, forse, l’altro appello lanciato dagli antifascisti durante il presidio a Palazzo Camerata per ritrovarsi tutti sempre sabato prossimo alle 14,30 a Macerata per la manifestazione nazionale antifascista e antirazzista promossa dall’Anpi e da tante altre realtà del territorio. Dato che alle 16,40 Anpi, Arci, Cgil e Libera hanno comunicato in una nota stampa la sospensione e il rinvio della manifestazione a data da destinarsi “per il clima di smarrimento, paura e dolore vissuto dalla comunità locale”, accogliendo un invito del primo cittadino maceratese. Ma intorno alle 18,30, il Comitato dei movimenti contro il fascismo ed il razzismo, confermano, sempre in una nota stampa, l’organizzazione della manifestazione di sabato. «Apprendiamo dell’annuncio della sospensione della partecipazione alla manifestazione nazionale di sabato da parte delle segreterie e delle presidenze nazionali Anpi, Arci, Cgil e Libera. Una decisione maturata a seguito del tardivo invito del sindaco di Macerata a fermare tutte le manifestazioni. Ancora una presa di posizione irricevibile, quella del sindaco − si legge nella nota − che a fronte della gravità dei fatti di sabato, pone sullo stesso piano le iniziative neofasciste lanciate da quanti rivendicano l’attacco terroristico e la grande manifestazione di condanna di quanto accaduto. L’unica risposta possibile a quanto accaduto sabato scorso è quella di rifiutare il clima creato ad arte per ostacolare la libera espressione del diritto di tutti i cittadini a manifestare la loro solidarietà alle vittime dell’attentato, e la loro ferma condanna di ogni manifestazione di fascismo e razzismo. Nessuno − continuano − può sospendere una manifestazione che in pochissimi giorni ha ricevuto appelli, adesioni ed inviti alla partecipazione da tante realtà sociali e singoli cittadini, a livello locale, come a livello nazionale. Per questa ragione confermiamo la manifestazione nazionale contro il fascismo e il razzismo di sabato 10 febbraio».

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