
La sede Whirlpool a Melano

Whirlpool
di Sara Bonfili
Contrazione delle vendite, calo di lavoro per Whirlpool, sia per la fabbrica che per gli uffici. Almeno nell’immediato. Lo stop degli operai dello scorso mese ha riguardato 6 giorni lavorativi, dal 23 febbraio a venerdì 2 marzo, coperti dalla cassa integrazione, e non ha riguardato tutte le 14 linee produttive, ma dalle 4 alle 7 linee produttive. La contrazione è dovuta dalla crisi delle vendite di gennaio e in generale del 2017, in seguito all’analisi di scorte di magazzino e alle previsioni future che Whirlpool fa mese per mese. Da fine febbraio anche alcuni uffici del settore Italia hanno aumentato lo ore di contratto di solidarietà, passando al 20%. Ora in relazione alle previsioni per aprile, si deciderà il da farsi. A marzo sarà stabilmente al lavoro il turno centrale, con la rotazione degli operai in cassa integrazione, annuncia Massimo Bellucci della Fim-Cisl Fabriano. Circa il 60% degli operai lavora normalmente mentre il 40% è in cassa integrazione. Ammortizzatori sociali che saranno disponibili fino al 31 dicembre 2018. Per ogni previsione su base nazionale, si attende il passaggio della delicata fase delle elezioni politiche. Quando saranno possibili altri incontri tra le parti sociali e l’azienda, la verifica ministeriale del piano industriale per il 2019, e si potrà sperare in una proroga degli ammortizzatori. L’ultimo incontro ufficiale tra il coordinamento nazionale di Fiom, Fim, Uilm e Whirlpool risale al 31 gennaio 2018, a Roma, in cui l’azienda ha ammesso la difficoltà. Secondo una nota congiunta dei sindacati relativa a questo incontro, l’azienda ha comunicato un calo consistente degli affari negli ultimi diciotto mesi, prendendo delle contromisure nell’ultimo trimestre del 2017, come l’umento dei prezzi del 5%. “Gli errori di sono stati, per ammissione dell’azienda – spiega Bellucci – che però è sana e ha investito oltre 700 milioni di dollari in tutto il mondo, tra reindustralizzazioni e spostamento della produzione in Europa nei prossimi mesi. Le acquisizioni in Cina e in Italia sono state costose, le operazione di riorganizzazione delle piattaforme più difficoltose del previsto, ma il ritorno degli investimenti si vedrà a medio e lungo periodo”. “Il piano industriale 2015-2018 ha previsto spostamenti e cambiamenti, cassa integrazione per gli operai e ammortizzatori per una minoranza di impiegati, ma comunque l’azienda non si è mai fermata. Bisognerebbe sfatare le notizie negativiste – commenta Bellucci – Whirlpool è una multinazionale, che ha investito 27 milioni solo sulla sede di Melano a Fabriano, l’unica in Europa deputata alla produzione di piani cottura, e quindi una sede centrale”. “Nel 2018 verranno fatti degli investimenti sul settore commerciale che si spera avranno i loro frutti”, conclude Bellucci, dopo il momento difficile vissuto dalla Whirlpool Emea (Europe, Middle East and Africa) dove il mercato è più difficile. Per ammissione anche della multinazionale americana, per cui la riorganizzazione di Indesit, dopo l’acquisizione è stata più macchinosa delle previsioni.
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