Maxi frode sui carburanti,
smantellata organizzazione:
sei arrestati

DRAGO NERO - Operazione della Guardia di finanza di Macerata e Ancona. A capo un imprenditore di San Severino dove giungevano le autobotti con carburante raffinato in Slovenia e che poi veniva portato a distributori nell'Anconetano e Teramano. La frode fiscale è di 120 milioni di euro grazie a società cartiere che consentivano l'evasione dell'Iva. Sequestri per 22 milioni. Una coppia sottoposta a misura cautelare faceva vacanze per 90mila euro

 

Il procuratore Giovanni Giorgio e il colonnello Amedeo Gravina nel corso della conferenza stampa

 

di Gianluca Ginella

(foto di Fabio Falcioni)

Smantellata una organizzazione specializzata in frodi nel settore dei carburanti: scoperta una frode per circa 120 milioni di euro. Sei persone in manette. Operazione della Guardia di finanza di Macerata e Ancona. Sequestrati bene per equivalente per 22 milioni di euro. A capo dell’organizzazione c’era un imprenditore settempedano, Marco Colotti, 50 anni. Ed è proprio a San Severino, nell’azienda gestita da Colotti, la Genesis, che giungeva il carburante raffinato in Slovenia. La guardia di finanza ha accertato che arrivavano anche 40 autobotti di carburante al giorno che veniva versato nella cisterna dell’azienda per poi essere subito trasferito su altre autobotti che partivano per rifornire distributori nell’Anconetano e nel Teramano e a Pescara. Il carburante veniva poi venduto da cosiddette pompe bianche, senza contrassegni. In alcuni casi i gestori di questi distributori erano direttamente legati con l’organizzazione. Il carburante, grazie all’evasione dell’Iva tramite aziende che esistevano solo sulla carta, alcune in Bulgaria, altre in Repubblica Ceca, veniva poi venduto a prezzi super, anche 20-30 centesimi in meno al litro rispetto al costo di mercato.

Il generale Vincenzo Amendola e il procuratore Giovanni Giorgio

Il capitano Giuseppe Medei e il colonnello Guglielmo Sanicola

Una operazione, “Drago nero”, condotta dai Nuclei di polizia economico finanziaria di Ancona e Macerata è coordinata dal procuratore Giovanni Giorgio. Tutto è nato nell’agosto del 2015 quando i finanzieri hanno notato l’arrivo di parecchie autobotti nell’azienda gestita da Colotti e hanno iniziato a svolgere accertamenti che sono proseguiti per 2 anni circa fino a definire ruoli e ammontare di imposte evase. Oltre 133 milioni i litri di carburante commercializzati illecitamente. Oltre a Colotti, sono finiti in manette su disposizione del gip Domenico Potetti, tutti ai domiciliari, Felice D’Agostino, di Molfetta, procacciatore di persone cui intestare le società cartiere, Mihaylova Gergana, bulgara, che teneva i contatti con le aziende estere, Alberto Coppola, napoletano, gestore di alcune società che gestivano i distributori che poi vendevano il carburante illecito, Giada Montefiori e Gabriele Morricone, marito e moglie, originari di Teramo, residenti a Roma, anche loro procacciatori di persone cui intestare società cartiere. La coppia, è emerso dalle indagini, aveva uno stile di vita altissimo. Viveva in affitto in un appartamento nel pieno centro di Roma pagando 46mila euro l’anno e aveva prenotato vacanze versando somme di 90mila euro e di 79mila euro per Natale Capodanno 2016 e per l’estate 2017. Gli indagati inoltre avevano auto di lusso: Mercedes, Ferrari, Porsche. In tutto sono 25 le persone indagate compresi i sei finiti in manette che la Finanza ritiene i componenti di spicco dell’organizzazione che si avvaleva di nove distributori stradali, sette le società usate per mettere a segno la frode. Si tratta di una delle frodi più ampie e articolate mai scoperte negli ultimi anni. Per evitare ripagare l’Iva il carburante veniva cartolarmente ceduto a tre società cartiere in Bulgaria e Repubblica Ceca gestite da componenti dell’organizzazione e poi veniva fatturato da sette società cartiere italiane e da una Svizzera che non versavano l’Iva pur incassandola dai distributori, loro clienti finali.

(Servizio aggiornato alle 13,05)

Il generale Vincenzo Amendola, il procuratore Giovanni Giorgio, il colonnello Amedeo Gravina e il colonnello Andrea Magliozzi

 

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