Quasi 11mila imprese
femminili in provincia
In crescita la ristorazione

STATISTICHE - Rispetto al 2016, il 2017 ha chiuso con numeri in lieve regressione, con settori in crisi come quelli dell'agricoltura, della pesca, delle attività manifatturiere e del commercio all'ingrosso

La presidente del Comitato Imprenditoria femminile della Camera di Commercio di Ancona, Francesca Gironi

 

Sono 10.821 le imprese femminili della provincia di Ancona contate fino al 31 dicembre 2017. Un numero in lieve calo  rispetto alla fine dell’anno precedente con una diminuzione di 51 imprese. La provincia dorica (come le Marche) presenta un andamento in controtendenza rispetto al trend riscontrato nello stesso periodo a livello nazionale, che a fine anno conta quasi 10 mila imprese femminili in più, arrivando a oltre 1 milione  e 331 mila.  Malgrado il lievissimo calo, il tasso di femminilizzazione della provincia di Ancona (23,34%), come pure quello delle Marche (22,82%), resta superiore a quello nazionale (21,86%), che invece risulta in crescita. Le imprese femminili della nostra provincia costituiscono un patrimonio per la regione Marche – dichiara la presidente del Comitato per l’Imprenditoria Femminile della Camera di Commercio di Ancona Francesca Gironi –  con un’importanza nel mondo produttivo che non è data solo dal numero delle titolari, ma anche dalla capacità di affrontare sfide sempre diverse e dalla capacità di innovazione presente in ogni settore. Lo vediamo ogni anno con la competizione Impronta d’Impresa Innovativa che conferisce alle imprenditrici innovative del territorio premi in denaro: ogni edizione ci troviamo a davanti  a bellissime ed esemplari storie d’impresa in settori eterogenei, dall’agroalimentare alla genetica”.  Le imprese individuali restano tuttavia saldamente la forma imprenditoriale più diffusa anche tra le imprese femminili della provincia di Ancona. Sotto il profilo delle attività economiche, i settori tradizionali fanno rilevare un saldo dello stock rispetto al 31 dicembre 2016 negativo: agricoltura silvicoltura e pesca (-57), Attività manifatturiere (-16), costruzioni (-6), commercio all’ingrosso e al dettaglio, riparazione di autoveicoli (-28). Oltre a questi occorre menzionare anche il settore della Sanità e assistenza sociale (-14). Al contrario il saldo dello stock risulta favorevole in particolare per le attività dei servizi di alloggio ristorazione (+22), per le attività immobiliari (11) e per il settore del noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (14) e per le altre attività di servizi (10).

 

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