Ritaglia due punti premio dalle confezioni dei cracker del Mulino Bianco e poi ripone le scatole sullo scaffale, cassiera della Coop Adriatica licenziata. Secondo la Cassazione, legittimamente. La Suprema Corte ha confermato la sentenza della corte di Appello di Ancona, che nel 2016 aveva stabilito come il licenziamento fosse avvenuto per giusta causa. Una decisione sproporzionata rispetto al danno subito dalla Coop, secondo gli avvocati della donna, che avevano fatto ricorso contro la sentenza di secondo grado. L’ex cassiera infatti si è difesa ricordando di aver speso 300 euro nel punto vendita in cui lavorava, quando le è stato contestato il “furto” di bollini e il danneggiamento delle due confezioni di cracker dal suo Capo reparto. A metterla nei guai erano state le riprese delle telecamere interne al supermercato. Il giudice in primo grado aveva accolto la difesa della cassiera, annullando per questo motivo il licenziamento. Giudizio poi ribaltato in Appello e confermato con la sentenza 8194 emessa dal giudice della Cassazione Adriana Doronzo. A pesare infatti non è l’entità del danno economico subito dalla Coop, ma “la condotta tale da determinare la rottura del vincolo fiduciario” tra datore di lavoro e impiegato, come sostiene la Corte d’Appello e come viene ribadito dalla Cassazione. Una condotta che secondo la Suprema Corte, è “suscettibile di porre in dubbio la futura correttezza dell’adempimento, in quanto sintomatica dell’atteggiarsi del dipendente rispetto agli obblighi assunti”, gettando quindi un’ombra anche sul futuro del rapporto di lavoro.
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