
Giuliano Trippetta, che ha il comodato d’uso del Monastero di San Bartolomeo e San Romualdo
di Sara Bonfili
Le clarisse del Monastero di San Bartolomeo e San Romualdo hanno lasciato il convento di Corso Cavour lo scorso febbraio, anche in seguito al terremoto, ma soprattutto per via delle grandi spese di gestione di una struttura di oltre 5.000 metri quadrati che erano diventate insostenibili. Si sono trasferite a Primiero, perla delle Dolomiti nell’omonima Valle, poco lontano dalle Pale di San Martino. Il 7 e l’8 aprile il Monastero, dopo un anno di chiusura ha aperto eccezionalmente al pubblico con un biglietto di 10 euro. Apertura “lancio” per una serie di eventi che lo vedranno come location, organizzati dall’imprenditore eugubino Giuliano Trippetta. Niente centro congressi però: il Monastero resta tale ma Trippetta organizzerà grandi eventi per farlo conoscere e richiamare turismo religioso, con l’idea ancora non confermata di aprirlo al pubblico ogni prima domenica del mese.
Nato nel XII secolo dalla comunità di seguaci di San Romualdo, monastero camaldolese nel XIII secolo, convento di monache benedettine e poi delle clarisse cappuccine, il monastero di San Bartolomeo e San Romualo che abbiamo visitato, custodisce perle d’arte e testimonianze di vita eccezionali come quelle di madre Costanza Panas, che sarà presto Beata e di cui è aperta la stanza-studio con cimeli e fotografie. Da definire infine il programma delle visite, come ci racconta Giuliano Trippetta, che ha promesso alle monache con cui è legato da un’amicizia ventennale di custodire e valorizzare il luogo religioso. Senza aiuto alcuno dalla Curia, ha detto.
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