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Tombolini presenta l’esposto
sull’Ex Buon Pastore
«Una farsa da milioni di euro»

ANCONA – Il candidato sindaco all'attacco dello studentato. “Operazione partita nel 2005 per 19 milioni di euro e ancora siamo in alto mare. Stessi soldi, ma meno posti letto e subappalti irregolari”

L’esterno dell’ex Buon Pastore in una foto d’archivio

 

Ex Buon Pastore, il candidato sindaco di 60100 e del centrodestra Stefano Tombolini presenta i dubbi a procura, Corte dei Conti e Autorità anticorruzione. Dopo lo sgambetto alla giunta sull’operazione ex Metro, con l’indagine aperta dalla procura sulla variante, l’ingegnere continua a colpi di denunce: contro i lavori del Viale della Vittoria, contro l’affidamento delle mostre alla Mole, adesso tocca allo studentato di via Scosciacavalli. “Sull’ex Buon Pastore si sta infatti consumando una farsa gigantesca con uno spreco di denaro pubblico e con delle sostanziali illegittimità procedurali che hanno davvero dell’incredibile – spiega Tombolini -. Tanto che nelle settimane scorse ho presentato un dettagliato esposto all’ Autorità nazionale anticorruzione, alla procura regionale della Corte dei Conti ed alla stessa procura della Repubblica”. Venerdì l’ultimo sopralluogo di Regione, Comune, Erap e ente per il diritto regionale allo studio Erdis, per certificare la ripresa dei lavori e indicare il traguardo del taglio del nastro a luglio 2019, oltre 10 anni dopo la previsione del progetto originale. “L’operazione parte nell’ormai lontano 2005, si dovevano realizzare 144 posti letto per un impegno complessivo di poco inferiore ai 19 milioni di euro (fino ad oggi sono stati erogati 12 milioni ed 800 mila euro). Buona parte messi dal Miur e poi con la compartecipazione di Regione e Comune.

Stefano Tombolini

Ma ancora siamo in alto mare – commenta Tombolini -. Gli anni infatti passano fino ad arrivare al 2013 quando appunto i lavori vengono affidati ad una impresa partenopea. In mezzo tante vicissitudini fino ad arrivare a giugno 2016 quando l’Ersu sottoscrive una convenzione con Erap Marche (al quale viene riconosciuto un corrispettivo pari al 2% dell’importo dei lavori che devono ancora essere realizzati) inerente l’incarico di “redazione progetto di ridimensionamento e completamento” del complesso Buon Pastore. Parrebbe la volta buona. Ma non è ancora così – continua Tombolini -. I soldi sono sempre quelli ma questa volta – ecco il gioco di prestigio – i posti letto scendono ad 88. Ben cinquantasei in meno. Ma le sorprese non sono finite. L’Erap (sul cui affidamento diretto dell’incarico da parte dell’Ersu ci sarebbe da discutere a lungo) ai sensi e per gli effetti delle disposizioni del decreto legislativo n. 50/2016, quale affidatario di incarichi di progettazione non può avvalersi del subappalto (tranne qualche ben dettagliata eccezione) neanche sotto forma di consulenza o collaborazione. Ma l’Erap che fa: tira dritto e senza formali procedure individua i soggetti cui subappaltare l’esecuzione di alcune delle attività di progettazione architettonica, impiantistica e strutturale previste. E subappalta guarda caso a dei liberi professionisti che operavano in cantiere ancor prima di tale affidamento arrivando così a confermare una reale e sostanziale continuazione dei rapporti in essere. Insomma l’affaire ex Buon Pastore continua a penalizzare il ruolo di Ancona città universitaria – sostiene Tombolini – senza che da Palazzo del Popolo o dall’Erap stessa venga una doverosa presa di distanze da una situazione a dir poco anomala. Ed ancora una volta, dopo ben 14 anni dalla strombazzata partenza progettuale, dovranno essere giocoforza altri a chiarire”.

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